Fra corpo e vitalità

Sembra naturale rispondere a queste domande: perché proviamo attrazione sessuale? Perché il piacere sessuale è così diverso da altri piaceri? È una parte “naturale” della vita, un bisogno fisiologico come mangiare e dormire, vero. Eppure è complicato e particolare nel vissuto di ciascuna di noi. Il concetto di base di Freud riguardo la sessualità è quello che la considera come un’ eccitazione che proviene dagli organi, in particolare dalle zone erogene, da cui ne consegue un’eccitazione, che implica una necessità di essere scaricata. Il concetto di eccitazione e di scarica sono basilari nella concezione freudiana della sessualità.
La scarica dell’eccitazione sarebbe l’origine del soddisfacimento; anzi, il soddisfacimento consisterebbe nella scarica. In questa concezione Freud fa riferimento a sostanze biochimiche,ancora da scoprire,responsabili di quanto accade a livello psicologico, quindi il concetto di libido e di pulsione. La psicoanalisi sta oggi abbandonando la teoria energetico-pulsionale a favore dell’”apprendere dall’esperienza” nella relazione con gli altri.
Gli studi sull’identità di genere di Stoller dimostrano che l’orientamento sessuale è “appreso” dallea relazione con i genitori, così come qualunque altro apprendimento del bambino. La dimensione sessuale si origina dunque nelle relazioni della prima infanzia e ha a che fare con gli oggetti interni primari. Dunque ha a che fare con l’intero sviluppo della mente. Quindi, esiste una dimensione istintuale ma la sessualità è anche appresa, come sappiamo osservando la sessualità animale. Inoltre sappiamo che nella sessualità umana l’affettività si evidenzia come fondamentale.

La dimensione sessuale è costituita da costruzioni psichiche che, memorizzate nello sviluppo di un individuo, e pur in perenne trasformazione, si sono stabilizzate come strutture costituenti la sua sessualità.

Il piacere, come dimostrato dagli studi della psicologia sperimentale di questi ultimi cinquant’anni, non dipende da recettori o da dispositivi neurofisiologici (come invece avviene per il dolore), ma è una qualità attribuita psichicamente dal soggetto ad una esperienza, esterna o interna. Il piacere sessuale non fa eccezioni rispetto a qualunque altra esperienza piacevole. Allora, occorre lavorare anche sulla sensorialità che evoca piacere e sull’apertura mentale e accettazione.
Una stessa stimolazione a seconda del contesto può essere erotica e non erotica, piacevole e spiacevole: uno stesso stimolo può essere erotico e piacevole, erotico e spiacevole, non erotico e piacevole, non erotico e spiacevole, a seconda del contesto. Dunque non è lo stimolo che dà la qualità dell’eros, ma la codifica che noi facciamo dell’esperienza. Quanto soggettivamente esperiamo come sessuale è dunque tale per un significato che noi attribuiamo ad una data esperienza, e non per fattori biologici.
In questa prospettiva dobbiamo porre attenzione al fatto che l’evento “piacere” ci sembra semplice laddove invece non lo è affatto. È invece uno stato emotivo molto complesso e multidimensionale.

Ogni comportamento e quindi anche quello sessuale è espressione di un confronto fra tendenze innate a perse- guire determinate mete e le memorie di precedenti inte- razioni fra individuo e ambiente.

L’affettività si origina nell’infanzia a partire dal sistema motivazionale dell’attaccamento, che è finalizzato all’ottenimento di aiuto e vicinanza protettiva da parte di un’altra persona che per il bambino è la mamma. Il sistema si attiva e assume il controllo di emozioni e comportamento nelle situazioni di dolore, pericolo, percezione di vulnerabilità e protratta solitudine. E’ legato all’accudimento e al prendersi cura dell’altro. L’empatia deriva da questa interazione.
Il sistema motivazionale interpersonale sessuale è finalizzato alla formazione e al mantenimento della coppia sessuale con il valore biologico della riproduzione e del sostentamento della prole. Ma il calore, l’accoglienza, l’empatia, la comprensione, sono fondamentali per la riuscita della relazione.

La parola tumore ci spaventa ancora di più se ad esserne colpito è l’apparato sessuale e riproduttivo. Non è soltan- to la paura della malattia ma anche il cambiamento del nostro corpo che la malattia stessa ci impone. L’ansia, la paura del futuro, la malinconia, la depressione che accom- pagnano la malattia, modificano anche il modo di porsi nella relazione di coppia.

Condividere con il partner le proprie emozioni senza paure ed imbarazzo rispettando i tempi e modi è sicuramente importante per ritrovare un nuovo equilibrio di coppia più profondo e vero.


Foto: Marilena Mura , Amazzoni (progetto del Comitato A.N.D.O.S. onlus di Oglio Po)