Le terapie ormonali

LE TERAPIE ORMONALI

Se il tumore presenta i recettori per gli estrogeni e per il progesterone (proteine presenti sulla superficie di alcune cellule cancerose), è necessario sottoporsi a una terapia “ ormonale “ ovvero antiestrogeno. Se la paziente è in fase fertile o in fase premenopausale a questi farmaci vengono aggiunti i gli analoghi del GNRH ovvero degli ormoni che bloccano l’attività ovarica .Vengono somministrati ogni mese o ogni tre mesi secondo le formulazioni per via intramuscolo. Oltre a bloccare l’attività ovarica questi farmaci proteggono le ovaie per poter poi riattivarsi una volta finita la terapia e per poter considerare la ripresa della fertilità futura.

Come funzionano? Gli ormoni femminili, estrogeni e progesterone, sono in grado di stimolare la crescita delle cellule del carcinoma mammario. La terapia ormonale o endocrinoterapia consiste in trattamenti farmacologici che bloccano l’azione degli ormoni femminili sulle cellule tumorali, impedendone lo sviluppo L’ormonoterapia, per la sua azione selettiva, si distingue dalla chemioterapia, la cui azione diffusa ostacola la proliferazione di tutte le cellule in rapida crescita, non solo delle cellule cancerose ( capelli, mucose ec..) per cui l’ormonoterapia è associata a minori effetti collaterali. L’ormonoterapia adiuvante viene somministrata generalmente per 5 anni al termine della chemioterapia o subito dopo l’intervento chirurgico, a seconda delle caratteristiche istologiche e biologiche delle cellule cancerose.
 

TAMOXIFENE

Tamoxifene è la terapia ormonale “storica” per il trattamento del cancro della mammella. È stato registrato in Italia oltre 30 anni fa ed è stato considerato a lungo il farmaco di riferimento. Agisce legandosi in maniera competitiva ai recettori per gli estrogeni. Si è dimostrato efficace nel ridurre il rischio di recidiva in donne colpite da tumore al seno positivo per il recettore degli estrogeni. Viene assunto per via orale, alla dose di 20 mg una volta al giorno. L’assunzione può essere effettuata in qualunque momento della giornata, sia prima sia dopo i pasti. Si consiglia di scegliere un orario e di mantenerlo costante.
Può indurre menopausa precoce. Gli effetti collaterali più comuni sono:

  • vampate di calore
  • aumento di peso e ritenzione idrica
  • secchezza vaginale
  • sbalzi di umore e tendenza alla malinconia

Alcuni di questi effetti collaterali – come vampate di calore, tendenza a ingrassa- ree malinconia/ depressione , dipendono molto dalla storia personale. Più raramente può causare l’insorgenza del tumore all’endometrio ( la mucosa che riveste l’interno dell’utero ma nei controlli oncologici il medico oncologo prescrive ogni sei-otto mesi circa una ecografia pelvica endovaginale per la valutazione e misurazione dello spessore dell’endometrio. Può dare la predisposizione al rischio di trombosi agli arti inferiori ma il medico oncologo può sottoporre la paziente a esame ecodoppler degli arti inferiori. Inoltre può aumentare il rischio di ictus e cataratta.
 

INIBITORI DELL'AROMATASI 

Gli inibitori dell’aromatasi agiscono “a monte”, impedendo la produzione di estrogeni da parte dell’enzima aromatasi. Si riduce così la quantità di estrogeni in circolo nell’organismo che possono raggiungere le cellule tumorali. Gli inibitori dell’aromatasi sono riservati alle donne già in menopausa, poiché in questa sottopopolazione la produzione di estrogeni da parte delle ovaie si riduce fino a scomparire. Ma gli estrogeni non sono del tutto assenti: nei muscoli, nel fegato e nel tessuto adiposo, c’è comunque una produzione di estrogeni e gli inibitori dell’aromatasi agiscono proprio in tali siti di produzione.
Questi farmaci hanno dimostrato di essere superiori a Tamoxifene nelle pazienti con recettori estrogenici positivi. Gli inibitori dell’aromatasi sono generalmente associati a effetti collaterali di natura lieve o moderata. La maggior parte delle reazioni avverse può essere attribuita alle normali conseguenze fisiologiche della soppressione dei livelli di estrogeni, quali vampate di calore, artralgia e mialgia (dolori alle articolazioni o ai muscoli). Il trattamento con inibitori dell’aromatasi può essere associato anche a osteoporosi e a fratture ossee, effetto collaterale ben controllato con adeguata valutazione della densità ossea e terapia preventi- va dell’osteoporosi se necessario.
Igli inibitori dell’Aromatasi oggi utilizzati sono compresse che si assumano una volta al giorno, una sola compressa, e sono: Anastrazolo – Letrozolo –Exemestane. Oggi è stato convalidato l’uso anche nelle donne più giovani qualora la meno- pausa sia indotta farmacologicamente.
Questi farmaci sono utilizzati anche nelal malattia metastatica ormonoresponsiva, ovvero se le cellule presentano i recettori ormonali sulla superficie.

 

ANALOGHI LHRH

Gli analoghi LHRH sono dei farmaci indicati per le donne in premenopausa per inibire completamente l’attività delle ovaie e indurre la menopausa farmacologica, che ha durata temporanea e solitamente si ha la ripresa del ciclo mestruale da alcuni mesi a un anno dal termine del trattamento. Si somministrano per via intramuscolare, una volta ogni 28 giorni o ogni 3 mesisecondo preferenza e tolleranza della donna. In genere sono somministrati in premenopausa con Tamoxifene o Exemestane. Da soli possono essere usati per la preservazione della funzione ovarica durante la chemioterapia nelle donne giovani che richiedono la preservazione della fertilità.
L’effetto collaterale più comune durante la terapia con analoghi LHRH è rappresentato dalle vampate di calore. Durante il trattamento con questi farmaci sono stati inoltre segnalati casi di cefalea, nausea, vomito, perdita di libido e pigmen- tazione cutanea. L’impiego prolungato degli analoghi LHRH può indurre perdita ossea (osteoporosi).

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