Battere il cancro allevando cellule killer

   HealthDesk, 15/01/2016

Terapia genica

Uno studio italiano dimostra l’efficacia di un approccio di terapia genica contro le metastasi. Modificando le staminali ematopoietiche è possibile armare contro i tumori le cellule figlie


Modificare geneticamente le cellule staminali del sangue per fare in modo che la progenie - che comprende anche le cellule del sistema immunitario - sia in grado di produrre una sostanza antitumorale. Poi attendere che l’aggressione da parte del tumore richiami il sistema immunitario che, a tal punto, sarà armato fino ai denti per combatterlo.

Sembra fantascienza ma non lo è. Diversi gruppi di ricerca in tutto il mondo stanno lavorando ad approcci di questo tipo per combattere il cancro. E un buon passo in questa direzione è stato compiuto ora da ricercatori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele che hanno usato questa strategie per colpire le metastasi al fegato causate dai tumori del colon-retto.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista EMBO Molecular Medicine e ha visto, tra gli altri, il coinvolgimento di Luigi Naldini, direttore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica (TIGET) che ha già conseguito risultati importantissimi con la terapia genica. A coordinare la ricerca, Giovanni Sitia, responsabile dell’Unità di Epatologia Sperimentale dell’IRCCS Ospedale San Raffaele.

Proprio dalla tecnica messa a punto da Naldini è partito il gruppo di ricerca: consiste nell’utilizzo di virus in grado di inserire nelle cellule staminali ematopoietiche (cellule madri di tutti gli elementi del sangue) un gene che svolge attività anti-tumorale nella loro progenie. Il gene terapeutico scelto per bloccare la crescita del tumore è l’interferone alfa, una molecola prodotta normalmente dal nostro organismo in risposta a infezioni ma per la quale è stata dimostrata anche una potente attività anti-tumorale. L’uso clinico dell’interferone è però stato finora limitato da una elevata tossicità, se somministrato per via sistemica.

Per far sì che l’interferone fosse prodotto soltanto contro le cellule tumorali, i ricercatori hanno disegnato il vettore virale in modo tale che il gene anti-tumorale si attivasse solamente in un ramo della progenie, i monociti/macrofagi (figli delle staminali), normalmente presenti nel sangue in bassa frequenza, ma richiamati dal circolo sanguigno in grande numero quando si scatena il tumore. I macrofagi così ingegnerizzati, richiamati nei pressi delle metastasi, producono interferone che, accumulandosi nel fegato e in particolare nelle zone cancerose, può esercitare la sua funzione anti-tumorale, evitando gli effetti tossici della somministrazione sistemica sull’organismo.

«Una volta nel fegato, l’interferone agisce sul microambiente epatico, riducendo precocemente la crescita e la colonizzazione metastatica e in seguito favorendo la risposta immunitaria contro le metastasi da colon-retto», spiega Giovanni Sitia. «Abbiamo inoltre verificato che l’ingegnerizzazione dei macrofagi e la conseguente produzione specifica di interferone, è in grado di conferire protezione a lungo termine in modelli preclinici murini, senza causare apparenti effetti collaterali o incapacità a rispondere adeguatamente a infezioni virali sistemiche».

Ma la tecnica funzionerà sull’uomo? Impossibile fare previsioni, ma le premesse ci sono tutte: è stato osservato infatti che i pazienti affetti da metastasi epatiche provenienti da tumori del colon-retto hanno un accumulo di monociti/macrofagi in corrispondenza alle metastasi. E ciò fa ben sperare, dal momento che proprio i monociti/macrofagi sono le cellule ingegnerizzate oggetto di questo studio.

«I nostri risultati forniscono una prova incoraggiante dell’efficacia e sicurezza della strategia nei modelli sperimentali. È ora necessario effettuare ulteriori studi preclinici volti a valutare quali pazienti con metastasi epatiche da tumori del colon-retto possano meglio beneficiare di questa terapia genica e preparare la sperimentazione clinica che potrebbe cominciare tra qualche anno», ha concluso Sitia.