Dalla parte delle donne - Un'associazione di donne, per le donne

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Dalla sua fondazione nel 1976, A.N.D.O.S. onlus ne ha fatta di strada. La direzione è chiara: promuovere, avviare e sostenere ogni iniziativa che possa favorire una completa riabilitazione delle donne che hanno subìto un intervento al seno, sotto l’aspetto fisico, psicologico e sociale.

Intervista a Flori Degrassi, Presidente ANDOS Onlus


L’obiettivo dell’Associazione è quello di fare tutto quello che è utile per migliorare la diagnosi e il trattamento del tumore della mammella e per migliorare la qualità di vita delle donne operate.
ANDOS è composta da volontari medici, psicologi, terapisti della riabilitazione, Volontarie di Croce Rossa e donne operate; ognuno per la propria parte porta avanti ogni iniziativa utile al raggiungimento dell’obiettivo, in particolare attraverso la collaborazione con le istituzioni.
Su tutto il territorio nazionale l'A.N.D.O.S. onlus si impegna ad aumentare la consapevolezza delle donne nei confronti dell'anticipazione diagnostica anche favorendo l'adesione ai programmi di screening mammografico e promuove l'istituzione delle Breast Unit.

Dott.ssa Degrassi, ci parla della sua esperienza come Presidente dell’Associazione Nazionale Donne Operate al Seno?
Essere presidente dell’A.N.D.O.S. onlus è un grande impegno, ma è anche un onore rappresentare le donne operate e non, che affrontano il problema del tumore al seno e i volontari che con impegno donano il loro tempo e la loro professionalità.
La parte più gratificante è quella della conoscenza dei vari comitati e del loro modo di lavorare sul campo.
Si conoscono le volontarie operate, si apprezza la loro voglia di vivere e di utilizzare la loro esperienza personale per aiutare le altre a superare quanto più velocemente possibile il trauma della diagnosi e dell’intervento, e le non operate a capire quanto sia importante volersi bene e quindi sottoporsi ai controlli.
Girando l’Italia si apprezza il rispetto che le Istituzioni nutrono nei nostri confronti.

Un’Associazione di donne, per le donne. Come è nata?
L’Associazione è nata a Trieste nel 1976 per l’intuizione di Luisa Nemez, Sorella di Croce Rossa, e del Prof. Piero Pietri, quindi da operatori che pensarono che la riabilitazione fisica fosse uno strumento di presa in carico della donna operata; avevano infatti intuito che il tumore al seno non era una “semplice malattia”.
Era qualcosa di più complesso e profondo, una ferita non solo del corpo, ma anche dell’identità femminile, che richiedeva un supporto e un approccio specifici. Da quel momento l’A.N.D.O.S. onlus ha lavorato sempre nella direzione di promuovere, avviare e sostenere ogni iniziativa che possa favorire una completa riabilitazione delle donne che hanno subìto un intervento al seno, sotto l’aspetto fisico, psicologico e sociale. Io personalmente ho studiato e mi sono laureata in Medicina a Trieste e quindi da subito ho abbracciato questo concetto.

Perché per il vostro logo avete scelto una rondine?
Abbiamo scelto la rondine perché simboleggia la primavera e quindi il ritorno alla vita, forza, sacrificio e coraggio, elementi che non mancano alle donne colpite dal tumore che, dopo l’inverno della malattia, rinnovano la loro vita. I nostri colori sono il nero della rondine e l’arancione del sole, che è la fonte della vita.
La nostra patrona è S. Agata, il cui martirio è consistito nell’amputazione delle mammelle; è questo il motivo per cui è la protettrice delle donne operate per cancro della mammella. A Catania, città in cui S. Agata è patrona, nel 2004 è stato conferito il premio Candelora d’oro all’A.N.D.O.S. onlus per “il ruolo che svolge nella prevenzione oncologica mammaria”.

L’Associazione è strutturata in molti Comitati in tutta Italia. Qual è il loro ruolo sul territorio?
Ogni Comitato è autonomo e realizza, perseguendo gli obiettivi dello statuto, tutte le azioni utili per rispondere alle esigenze delle donne sane: promuovendo lo screening e l’anticipazione diagnostica, delle operate, aiutandole nel percorso di trattamento e riabilitandole, stando vicino a quelle che presentano un’evoluzione di malattia, diffondendo la cultura sulla problematica nelle scuole e nei posti di lavoro, collaborando con le istituzioni e con il servizio sanitario. Ad oggi abbiamo 61 Comitati A.N.D.O.S. onlus distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Gli indirizzi di tutti i comitati si trovano sul nostro sito www.andosonlusnazionale.it

Parliamo di prevenzione: quanto c’è ancora da fare su questo fronte nel nostro Paese?
Purtroppo il servizio sanitario non offre dovunque lo screening mammario e non è capillare la presenza dei centri di senologia organizzati secondo le ultime direttive del Ministero della Salute. Questo comporta una disequità assistenziale che va superata per offrire a tutti le stesse opportunità di salute.

E sul fronte dell’assistenza? Le donne possono contare oggi su strutture e competenze adeguate in Italia?
Come dicevo, la realtà dell’offerta a livello nazionale è a macchia di leopardo, secondo me al di là delle competenze, che credo siano diffuse, è carente la parte organizzativa dei servizi.

L’attività di A.N.D.O.S. onlus si fonda sull’impegno di tante volontarie. Ci può fare un loro identikit?
La nostra Associazione è particolare per la presenza di volontari professionalizzati che uniscono all’empatia relazionale, grande qualifica e competenza senza distinguersi gerarchicamente dalle donne operate e non. Le operate offrono la loro esperienza di vita a chi ne ha bisogno, i medici, gli psicologi e i terapisti la loro professionalità. Conoscerli è arricchente anche per chi come me ha fatto del volontariato parte delle sua vita. Ai nostri volontari offriamo annualmente corsi di aggiornamento e percorsi formativi, promossi dall’Associazione e tenuti da docenti universitari della Facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università “La Sapienza”. Esistono anche corsi informatici seguiti sul sito da molte volontarie. In campo riabilitativo, le tecniche di linfodrenaggio dell’A.N.D.O.S. onlus hanno fatto storia e la presenza attiva delle sue volontarie negli ospedali è ormai considerata non solo necessaria, ma un importante valore aggiunto per l’intero percorso terapeutico.