Fallimento delle cure anti cancro. Ecco una soluzione possibile

   Sportello Cancro, Adriana Bazzi (abazzi@corriere.it), 05/03/2016

RICERCA E TUMORI
Il tumore è un mix di cellule, ognuna con alterazioni genetiche diverse: così può sfuggire alle terapie. I ricercatori hanno trovato il modo per colpire quelle più importanti


Le cellule di un tumore non sono tutte uguali. Il Dna di ognuna di loro presenta mutazioni genetiche diverse e questo può rendere inefficaci le terapie. E, infatti, se un farmaco è costruito per colpire una mutazione X, ucciderà le cellule con quella mutazione, ma lascia libere di moltiplicarsi le altre, che quella mutazione non l’hanno. I ricercatori stanno studiando come aggirare il problema e una nuova ricerca, appena pubblicata sulla rivista Science e ampiamente rilanciata da giornali e siti inglesi (anche perché finanziata dal Cancer Research Uk: si nota un certo campanilismo nell’informazione) ha evidenziato un «punto debole» del tumore e suggerisce nuove soluzioni terapeutiche.

Eterogeneità
Il tumore cresce come un albero: il tronco è composto da cellule che hanno le stesse mutazioni, poi ci sono i rami che, invece, col tempo, si differenziano e sono formati da cellule con mutazioni genetiche diverse (si chiama eterogeneità dei tumori) . In altre parole: il tumore è un bersaglio in movimento ed è difficile colpirlo. Sia con le difese immunitarie dell’organismo (che dovrebbero uccidere cellule anomale, ma poi danno forfait) sia con i farmaci. Adesso studiosi inglesi e americani (di molte istituzioni e centri di ricerca di grande levatura, fra cui l’University College di Londra, il Mit di Boston e l’Harvard University della California: impossibile nominarli tutti: oggi le ricerche sono multicentriche e coinvolgono studiosi di vari Paesi) hanno trovato il modo per identificare le mutazioni di base (cioè quelle del “tronco”, comuni a tutte o alla maggior parte delle cellule) e ipotizzano almeno due possibili strategie terapeutiche per aggredirle.

Tumore al polmone e melanoma
Primo punto: come hanno identificato le mutazioni di base, da colpire con una terapia? I ricercatori sono partiti da due tipi di tumore, quello del polmone e il melanoma e hanno scoperto, al loro interno, certi linfociti T (cellule del sistema di difesa immunitario) capaci di riconoscere proprio le mutazioni comuni delle cellule tumorali, quelle del «tronco» .
Secondo punto. Come distruggere le cellule tumorali del tronco “deviate”? La prima strategia è quella di sviluppare vaccini contro queste cellule anomale «personalizzati per ogni paziente» che stimolino il sistema immunitario ad aggredire il tumore e in particolare quelle sue specifiche mutazioni di base. La seconda è prelevare dal tumore quei linfociti T capaci di riconoscere le cellule tumorali, moltiplicarle in laboratorio e iniettarle nel tumore.

Il costo delle cure anticancro
La ricerca è elegante e le soluzioni proposte affascinanti ( è questa la nuova frontiera della medicina di precisione che vuole offrire cure personalizzate a ogni singolo malato), ma il problema è che non ci sono ancora sperimentazioni sui pazienti che ne dimostrino la validità e nemmeno previsione di costi. I ricercatori sperano di avviare, nel giro di due o tre anni, sperimentazioni cliniche, con queste nuove soluzioni terapeutiche in malati di tumore polmonare e di melanoma. I costi? Insostenibili secondo molti. La ricerca va avanti e il dibattito sulla sostenibilità delle cure anche. Ma l’impressione è che, se queste cure vedranno la luce, l’accesso sarà possibile soltanto ai (molto) ricchi.