Ecco la strategia cellulare di riparazione del Dna nei tumori

   Health Desk, 20/09/2016

LO STUDIO
La protagonista è la proteina Wrn. I ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità ne hanno scoperto una nuova funzione: il meccanismo con il quale riesce a far scegliere alla cellula il sistema più efficace di riparazione del Dna. I risultati su Nature Communications



Tutta l’attenzione dei ricercatori si è concentrata sulla proteina Wrn, coinvolta nella riparazione dei danni e dei blocchi durante il processo di replicazione del Dna. E dopo averla scrupolosamente osservata a lungo gli scienziati dell’Iss, in collaborazione con i colleghi dell’Università della Tuscia e del National Institute of Health statunitense, ne hanno individuato una nuova fondamentale funzione. Si tratta del meccanismo con cui l’elicasi Wrn riesce a far scegliere alla cellula il sistema di riparazione delle rotture del Dna più idoneo durante la replicazione, evitando che si accumuli quell’instabilità genomica che è alla base delle neoplasie. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Nature Communications.

«In questo studio - spiega Pietro Pichierri, dell’Iss, responsabile della ricerca finanziata da Telethon e Airc - abbiamo scoperto un nuovo modo attraverso il quale la cellula sceglie con quale meccanismo riparare le rotture al Dna che possono avvenire durante la replicazione, un tipo di danno frequentemente indotto anche da agenti usati in terapia dei tumori. Questo meccanismo coinvolge la proteina Wrn e gli enzimi che controllano la progressione del ciclo cellulare, i quali attivando la funzione di Dna elicasi di Wrn, aiutano la riparazione delle rotture al Dna attraverso il sistema più accurato. Questa nuova funzione della proteina Wrn quindi è fondamentale per far scegliere alla cellula il sistema di riparazione delle rotture più idoneo durante la replicazione, evitando che si accumuli instabilità genomica».

La proteina Wrn ha un ruolo cruciale: si occupa di svolgere la doppia elica di Dna in risposta al danno o qualora l’apparato di replicazione trovi dei blocchi durante il suo cammino. Favorendo in questo modo la riorganizzazione del Dna, ripristinando la replicazione senza che si formino rotture al DNA e prevenendo quei rimaneggiamenti dei cromosomi tipici dei tumori.

La scoperta, quindi, fornisce informazioni preziose per comprendere come insorge l’instabilità genomica che è nelle neoplasie è alla base dell’accumulo di mutazioni di Dna e come viene gestito questo “stress replicativo”. Ma non solo. Lo studio dell’Iss apre la strada a nuove strategie terapeutiche.

«Dal punto di vista della terapia - prosegue Pichierri - l’identificazione di meccanismi di gestione del Dna e dello "stress replicativo" caratteristici di un dato tipo tumorale può risultare molto importante per elaborare nuove strategie terapeutiche mirate».

In particolare la ricerca italo-americana fornisce risultati promettenti per la comprensione dei meccanismi alla base della sindrome di Werner, malattia genetica rara che provoca invecchiamento precoce, visto che la proteina Wrn è mutata nella sindrome genetica di Werner.


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