Tumore al seno avanzato, un nuovo studio sul fulvestrant

   Salute seno, Tiziana Moriconi, 08/10/2016

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Dal Congresso europeo di oncologia (Esmo), in corso in questi giorni a Copenaghen, arrivano nuovi dati su uno dei farmaci impiegati nella terapia ormonale



Per le donne con un tumore al seno avanzato sensibile agli ormoni femminile e in menopausa, fulvestrant aumenta in modo significativo la sopravvivenza libera da malattia rispetto all'anastrozolo, un farmaco della classe degli inibitori dell'aromatasi. Lo studio è stato presentato oggi, 8 ottobre, al Congresso europeo di oncologia (Esmo), in corso a Copenhagen, in una sessione interamente dedicata al tumore al seno metastatico, un tema su cui l'attenzione di medici e ricercatori è molto alta.

Il meccanismo del farmaco. Nella maggior parte dei casi, il tumore al seno è sensibile agli ormoni femminili: la loro presenza, cioè, stimola lo sviluppo e la replicazione delle cellule tumorali. Queste cellule, infatti, presentano degli speciali recettori che, come "gangi", si legano agli ormoni. Fulvestrant è una molecola già impiegata nel tumore al seno metastatico che agisce proprio su questi "ganci". Il suo meccanismo di azione è diverso da quello di altre terapie ormonali, come gli inibitori dell'aromatasi, che invece agiscono sulla produzione di estrogeni.

Lo studio. Matthew Ellis, del Lester and Sue Smith Breast Center, Baylor College of Medicine di Houston (Texas, Usa) ha guidato uno studio clinico (Falcon) su 462 donne con un tumore localmente avanzato non operabile o metastatico, sensibile agli ormoni ed Her2 negativo, che non avevano mai ricevuto prima terapia ormonale. Metà delle pazienti (230) è stata trattata con fulvestrant (iniezioni intramuscolari di 500 mg), l'altra metà (232) con anastrozolo (1 mg al giorno). Per le pazienti di entrambi i gruppi è stato considerata l'opportunità di sottoporsi anche a un ciclo di chemioterapia.

I risultati. Dopo un periodo di controllo di 25 mesi in media, le pazienti trattate con il fulvestrant hanno avuto un miglioramento significativo (del 21%) nella sopravvivenza libera da progressione rispetto alle pazienti trattate con anastrozolo (16 mesi e 13 mesi rispettivamente). Risultati ancora più significativi si sono avuti per le pazienti in cui le metastasi non avevano raggiunto polmoni e fegato: 22 mesi e 13,8 mesi rispettivamente. Entrambi i gruppi hanno riportato una simile qualità di vita e gli effetti avversi più frequenti sono stati i dolori alle articolazioni (16,7% e 10,3% per fulvestrant e anastrozolo rispettivamente) e le vampate (11,4% e 10,%).


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