I decessi per cancro sono calati del 25 per cento dal picco del 1991

   Sportello cancro, Vera Martinella, 17/01/2017

STATISTICHE
Secondo il report dell’American Cancer Society la diminuzione di mortalità (-1,5% ogni anno) è dovuta soprattutto a lotta al fumo, diagnosi precoce e nuove terapie

Un declino stabile durato oltre un ventennio: dal 1991 al 2014 le morti per cancro negli Stati Uniti sono costantemente diminuite, tanto da rappresentare un calo del 25 per cento in circa 25 anni. La notizia arriva dal report annuale dell’American Cancer Society, che scatta la fotografia dell’oncologia Usa in merito a incidenza, sopravvivenza e mortalità.

Negli Usa gli uomini si ammalano e muoiono di più
Le stime prevedono, per il 2017, 1.688.780 nuovi casi di cancro negli Stati Uniti e 600.290 decessi per tumore. Secondo gli esperti, il successo nella diminuzione di mortalità (circa l’1,5 per cento in meno ogni anno) è dovuto soprattutto alla lotta al fumo e ai progressi fatti sia nella diagnosi precoce che grazie alle nuove terapie, ed è connesso in particolare al calo delle morti relative a quattro tumori molto diffusi: nell’ordine polmoni, seno, prostata e colon retto. L’incidenza (ovvero il numero di nuovi casi) è maggiore del 20 per cento nei maschi rispetto alle femmine e superiore negli uomini, ben del 40 per cento, è anche la somma dei decessi. La differenza di mortalità è legata in parte a un fattore “storico”: uso di tabacco e consumo di alcolici, due fattori che fanno lievitare il rischio di cancro, sono stati per moltissimi anni molto più diffusi nel sesso maschile.

Italia: calano i decessi e si allunga la sopravvivenza
Qual è la situazione italiana? Rispetto all’anno scorso aumentano i nuovi casi di tumore fra le donne e diminuiscono fra gli uomini, ma analizzando i dati sul lungo periodo (come nel report americano) appare chiaro che il trend del nostro Paese è simile a quello Usa e che migliora fortunatamente la sopravvivenza per molti tipi di cancro. «In Italia nel 2016 sono state 365mila le nuove diagnosi e 176mila i decessi - dice Lucia Mangone, presidente dell’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), che raccoglie le statistiche ed elabora le stime nel nostro Paese -. Negli uomini l’incidenza dei tumori appare in calo statisticamente significativo dal 2006 (-2,5 per cento dei casi ogni anno) e la diminuzione, seppur minore, interessa anche le donne (-0,7 per cento annuo). Notevole è anche la diminuzione di mortalità in entrambi i sessi (-1,5 per cento ogni 12 mesi nei maschi e -0,7 nelle femmine)». Persistono poi le differenze fra Nord e Sud: «Per la maggior parte delle sedi tumorali - spiega Mangone - fattori protettivi quali una buona alimentazione e corretti stili di vita, rendono ragione di una bassa incidenza nelle regioni meridionali. Per contro, la minor attivazione dei programmi di screening oncologici al Sud spiega valori di sopravvivenza più bassi, dovuti alla scoperta di neoplasie in stadio più avanzato per la mancata diagnosi precoce».

Cancro al polmone: scendono casi e morti fra i maschi
Esaminando le sedi tumorali più frequenti, poi, cala il numero sia di casi che di morti per tumore alla prostata: «Un cambiamento - commenta Mangone - in gran parte legato a un ridimensionamento dell’uso del Psa come test di screening spontaneo. E nelle donne diminuiscono la mortalità e l’incidenza del tumore della mammella, soprattutto nella fascia d’età 50-69 anni (ovvero quella in cui le italiane vengono invitate gratuitamente a fare i controlli di screening con mammografia). Mentre per il cancro al polmone scendono casi e decessi fra i maschi, ma aumentano fra le femmine, in gran parte a causa del persistere delle abitudini tabagiche nelle donne. Infine, il tumore del colon-retto mostra negli ultimi anni un calo significativo sia di incidenza che di mortalità in entrambi i sessi. La riduzione in Italia, evidente a partire dal 2006-2007, è in gran parte legata alla attivazione in molte regioni italiane dei programmi di screening con il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci».