Cancro: una nuova strada per uccidere le cellule tumorali

   HealthDesk, 21/06/2017

MADE IN ITALY
Due punti a favore della ricerca nella lotta contro il cancro. A segnare la doppietta sono i ricercatori dell’Università di Ferrara firmatari di due studi sullo stesso numero di Nature. Scoperto il ruolo chiave dell’IP3R3, che coordina la trasmissione di calcio



Il caso eccezionale non può sfuggire a chi scorre il sommario di Nature del 14 giugno scorso: evento più unico che raro, un ricercatore italiano ha firmato due articoli come “corresponding author” sullo stesso numero della prestigioso rivista. Stiamo parlando di Paolo Pinton dell’Università di Ferrara che ha coordinato due ricerche dagli importanti risvolti nelle cura contro il cancro.

Entrambi gli studi forniscono infatti indicazioni su come portare a termine la principale missione delle terapie oncologiche: uccidere le cellule tumorali. Gli occhi dei ricercatori di Ferrara sono puntati da anni sull’IP3R3, un recettore che coordina la trasmissione dello ione calcio tra due importanti strutture intracellulari, il reticolo endoplasmatico, la riserva dello ione calcio, e i mitocondri, le centrali energetiche delle cellule.

Il corretto flusso di calcio è indispensabile per uccidere le cellule che aggrediscono l’organismo minacciandone la salute. Gli scienziati, grazie anche al sostegno dei finanziamenti dell’Associazione italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc), avevano già scoperto che questo meccanismo risulta alterato in varie forme tumorali e che ciò provoca il fallimento di alcune terapie chemioterapiche. Ora sono riusciti a ricostruire i meccanismi molecolari che governano la degradazione e la stabilizzazione dell’IP3R3. Queste ricerche sono frutto di collaborazioni internazionali con il team della New York University, coordinato da Michele Pagano, e con quello della University of Hawaii, Cancer Center, guidato da Michele Carbone.

Nel primo lavoro i ricercatori di Ferrara hanno dimostrato il ruolo chiave di FBXL2, la proteina ligasi che favorisce la degradazione dell’IP3R3 ed è coinvolta nello sviluppo di alcune forme tumorali, come ad esempio il tumore alla prostata.

Nel secondo lavoro, è stato chiarito il meccanismo d’azione della proteina deubiquitinasi BAP1 nella progressione del mesotelioma pleurico maligno, tumore che colpisce le membrane di rivestimento dei polmoni.

Quando questa proteina è alterata o mancante, l’IP3R3 non viene stabilizzato provocando gravi conseguenze, tra cui una crescente vulnerabilità nei confronti delle fibre di amianto e una maggiore predisposizione allo sviluppo del tumore.

«Questi studi continueranno grazie ai finanziamenti Airc - spiega Pinton - ed è già in fase di elaborazione una possibile sperimentazione clinica, in collaborazione con i colleghi statunitensi, che sfrutti i risultati ottenuti. Saranno sviluppati nuovi approcci molecolari per la sintesi di farmaci per patologie che al momento risultano essere incurabili” continua Pinton, “e sono un’ulteriore conferma di come anche in Italia, grazie ad AIRC, si possa condurre ricerca ad alti livelli, con importanti ricadute cliniche, oltre a garantire la formazione di brillanti giovani ricercatori».


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