Il test che può evitare la chemio è gratuito in 11 centri del Lazio

   SaluteSeno.it, 07/07/2017

La Regione è in prima linea nella sperimentazione del test genomico Oncotype Dx. Ecco dove possono rivolgersi le pazienti fino a dicembre 2017

Per le donne con un tumore al seno del Lazio, undici centri oncologici mettono a disposizione gratuitamente il test genomico Oncotype DX: un'analisi che aiuta il medico a capire, in ogni specifico caso, se somministrare la chemioterapia apporterebbe un reale beneficio o se la paziente può essere trattata con la sola terapia ormonale.

La zona grigia. Non tutte le donne con un tumore al seno, infatti, hanno bisogno della chemioterapia. In molti casi la decisione è semplice: se il tumore è ai primi stadi e non è aggressivo si può ricorrere alla sola terapia ormonale. Se è localmente avanzato, invece, è certo che si ha avrà bisogno della chemioterapia. Esiste però una “zona grigia” in cui non è chiaro se la chemioterapia possa davvero portare un beneficio e non è chiaro il rischio di una eventuale futura recidiva, nel caso si decidesse di non somministrarla. Da qualche anno a questa parte si può ricorrere ai test genomici (o multigenici): analisi che si effettuano direttamente sul tumore e che, sulla base di alcuni geni, stimano il beneficio apportato dalla chemioterapia in aggiunta alla terapia ormonale e il rischio di recidiva o metastasi a distanza di 5-10 anni. Per molte pazienti significa non dover affrontare senza motivo i pesanti effetti collaterali della chemioterapia, con riduzione dei costi anche per il Servizio Sanitario Nazionale correlati al trattamento ed alle possibili complicanze.

La sperimentazione PONDx. Il programma di accesso gratuito nella Regione Lazio (che continuerà fino al dicembre 2017) si colloca nell'ambito della sperimentazione PONDx avviata nel 2016. Analogo studio è stato condotto in numerosi centri ospedalieri in Regione Lombardia e in altri centri sul territorio italiano. I risultati del programma PONDx saranno presentati in occasione di vari congressi previsti nei prossimi mesi.

Quali sono le pazienti eleggibili. “Il test Oncotype DX ci aiuta a individuare meglio le pazienti che hanno una prognosi più sfavorevole e ci dice quali di queste possono giovarsi di un trattamento chemioterapico in aggiunta all’ormonoterapia sia in pre- che in post-menopausa», afferma Francesco Cognetti, Direttore dell’Oncologia Medica dell'Istituto Nazionale Regina Elena di Roma, uno degli 11 centri coinvolti: «In particolare, il test fornisce informazioni su pazienti con tumore invasivo della mammella, linfonodi negativi o positivi fino a un massimo di 3, con recettori ormonali positivi, pazienti che in base ai prelievi anatomo-clinici e biologici sono in una zona di confine, in una fase in cui si può includere o escludere con certezza il trattamento chemioterapico rispetto alla sola ormonoterapia».

Un quarto delle pazienti potrebbe evitare la chemioterapia. Oncotype DX, incluso nelle linee guida di pratica clinica europee e internazionali, è stato valutato all’interno di 6 studi che hanno coinvolto circa 4.000 pazienti con cancro mammario. Il test può cambiare le scelte terapeutiche e permette di personalizzare il trattamento perché fornisce informazioni sulla biologia che è alla base dell’insorgenza di un determinato tumore mammario e della sua evoluzione successiva. «Questo test è in grado, in una percentuale abbastanza consistente di pazienti, di evitare la chemioterapia: secondo le evidenze disponibili, un quarto delle pazienti che sarebbero state sottoposte a chemioterapia sulla base dei criteri finora utilizzati possono evitarla mentre in circa l’8% di queste pazienti viene aggiunta la chemioterapia rispetto alla sola indicazione di ormonoterapia», continua Francesco Cognetti (leggi: "L'impatto dei test genomici sulle scelte di medici e pazienti") .

Gli effetti della chemio. La chemioterapia può produrre effetti collaterali sia acuti che a lungo termine che incidono pesantemente sulla qualità di vita delle pazienti, sull’attività lavorativa, senza contare il peso economico sul Servizio Sanitario Nazionale: in particolare, la caduta dei capelli che interferisce sull’immagine e l’autostima delle donne, effetti relativi alla fertilità (amenorrea e sterilità); nausea, vomito, leucopenia, fatigue, anemia, astenia, mucosite, diarrea, cardiotossicità che può sfociare in circa il 5% delle pazienti anche in una insufficienza cardiaca.

«Questo test rappresenta una grande opportunità per le nostre pazienti e, secondo noi oncologi, dovrebbe essere offerto dal SSN perché è conveniente anche in termini di gestione delle risorse: evita l’uso di farmaci che non servono e riduce la frequentazione delle pazienti presso i nostri ospedali, dando loro la possibilità di vivere una vita normale, anche dal punto di vista sociale e lavorativo. Una serie di vantaggi - conclude Francesco Cognetti - che una politica saggia e lungimirante dovrebbe considerare rispetto al costo di un unico test».

Elenco Centri del Lazio in cui è attivo il programma PONDx
Policlinico Umberto I - Roma
Policlinico Agostino Gemelli - Roma
Istituto Nazionale Regina Elena - Roma
Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini - Roma
Ospedale Nuovo Regina Margherita - Roma
Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata - Roma
Università Campus Bio-Medico - Roma
Ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli - Roma
Ospedale "Fabrizio Spaziani" – Frosinone
Ospedale Belcolle – Viterbo

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