Un antitumorale che arriva dalla medicina tradizionale

   www.healthdesk.it, 18/01/2019

Si chiama salsapariglia indiana (Hemidesmus indicus), è una pianta usata da secoli sia in India sia dalle popolazioni indigene del Centro e del Sud America, e potrebbe portare alla nascita di nuovi farmaci per la lotta contro il cancro.

Uno studio  pubblicato sulla rivista scientifica Oncotarget ha mostrato come l’estratto di questa pianta sia in grado di uccidere le cellule tumorali attivando al tempo stesso i meccanismi di difesa del sistema immunitario, una particolare capacità antitumorale nota come “morte cellulare immunogenica” che non era mai stata osservata prima in un prodotto di origine naturale.

La scoperta è valsa ad Elena Catanzaro, assegnista di ricerca dell’Università di Bologna che ha condotto lo studio, uno dei premi annuali della Società italiana di farmacologia e da Farmindustria. La ricerca è stata realizzata da un gruppo del Dipartimento di Scienze per la qualità della vita coordinato da Carmela Fimognari, attivo al Campus di Rimini dell’Università di Bologna, in collaborazione con ricercatori dell’Università di Basilea.

La medicina tradizionale, spiega Catanzaro, consiglia l’uso della pianta sotto forma di decotto della sua radice. «Si tratta di un rimedio utilizzato da secoli in diverse parti del mondo e per questo abbiamo voluto analizzarne le caratteristiche in modo scientifico, utilizzando gli strumenti avanzati a nostra disposizione».

Le prime scoperte interessanti su questa pianta sono arrivate già negli scorsi anni, ma il nuovo studio fa un importante passo avanti: «Per la prima volta - precisa la ricercatrice - abbiamo messo in luce come la salsapariglia indiana abbia anche la capacità di combattere attivamente i tumori».

Uno dei problemi principali della lotta contro il cancro è che il sistema immunitario non è in grado di riconoscere ed eliminare le cellule tumorali. Per superare questo ostacolo, la ricerca si è concentrata su una serie di trattamenti in grado di risvegliare la risposta immunitaria, che però a loro volta non colpiscono direttamente le cellule tumorali. Due diverse direzioni terapeutiche che con Hemidesmus indicus potrebbero ricongiungersi su un terreno comune.
 
L’estratto ha mostrato infatti un duplice effetto antitumorale: da una parte è in grado di uccidere le cellule tumorali e dall’altra fa sì che le cellule morenti siano riconosciute dal sistema immunitario, provocando così la naturale attivazione dei meccanismi di difesa dell’organismo.

A differenza di altre sostanze di origine naturale con proprietà antitumorali, pensate solitamente per diminuire gli effetti tossici dei farmaci tradizionali, l’estratto di Hemidesmus indicus permetterebbe quindi anche di stimolare il sistema immunitario, sostenendo così la risposta dell’organismo nel combattere la malattia. I ricercatori ne hanno testato l’efficacia su cellule di tumore del colon e del retto.

«Questi risultati - avverte tuttavia la ricercatrice - sono solo un primo passo verso la realizzazione di un vero e proprio farmaco. Ma i dati che abbiamo ottenuto – conclude - sono particolarmente promettenti: crediamo molto nelle proprietà di questa pianta».

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