Attività fisica “su misura“ per combattere il cancro

   www.healthdesk.it, 20/10/2019

Operazione Phalco

L'attività fisica aiuta a combattere il cancro, a contrastare gli effetti collaterali indesiderati delle terapie e a vincere l’ansia e la depressione, che colpiscono fino al 40% dei pazienti. Nonostante ciò, il 38% delle persone colpite da tumore è completamente sedentario (rispetto al 34% dei cittadini che non hanno ricevuto la diagnosi di cancro).

Da questi dati nasce “Operazione PHALCO” (PHysicAL aCtivity for Oncology), iniziativa che sarà realizzata nelle palestre di quattro città (a partire da Roma e Verona), coinvolgendo in totale sessanta pazienti, che si alleneranno per quattro mesi sotto la guida di trainer laureati in Scienze motorie. L’obiettivo è definire un percorso di attività fisica personalizzato, in relazione alle caratteristiche di ogni malato. Il progetto, realizzato da Fondazione Aiom con il contributo dell’Università di Roma “Foro Italico” e della Federazione medico sportiva italiana (Fmsi), è stato presentato venerdì 18 ottobre nella Capitale.

Come spiega Attilio Parisi, prorettore vicario dell'Università “Foro Italico”, saranno coinvolte persone colpite da carcinoma della mammella e del colon-retto, tra i 40 e i 65 anni, fisicamente inattive da almeno un anno. Prima di iniziare, verranno sottoposte a una batteria di test funzionali che saranno somministrati da un laureato in Scienze motorie. Sulla base di tre livelli di rischio verranno formati altrettanti gruppi che seguiranno un protocollo di allenamento per quattro mesi con frequenza di due sedute settimanali della durata di un’ora ciascuna.

«È dimostrato – spiega Fabrizio Nicolis, presidente di Fondazione Aiom – che il movimento, sia dopo la diagnosi che nei primi passi successivi all’intervento chirurgico, migliora la sopravvivenza. Ciononostante, ancora troppo pochi oncologi lo consigliano e sono ancor meno i pazienti che lo praticano. Uno dei maggiori impedimenti, oltre alla difficoltà di integrare le diverse professionalità coinvolte, risiede proprio nella necessità di personalizzare quanto più possibile il carico di attività fisica proposta». È la prima iniziativa di questo tipo realizzata in Italia «e rappresenta il primo passo di un percorso post-operatorio di attività fisica adattata – aggiunge Nicolis - da inserire quanto più precocemente possibile nell’iter riabilitativo».

In Italia vivono quasi 3 milioni e mezzo di cittadini dopo la diagnosi di tumore. Le neoplasie della mammella e del colon-retto sono le più frequenti: ne sono stimati, rispettivamente, 53.500 e 49.000 nuovi casi nel 2019. «Bastano 150 minuti di movimento alla settimana – sottolinea Stefania Gori, presidente nazionale Aiom (Associazione Italiana di oncologia medica) e direttore del Dipartimento oncologico, all'ospedale Sacro Cuore Don Calabria-Negrar - per ridurre del 25% la mortalità per tumore del seno nelle donne che hanno già ricevuto la diagnosi rispetto alle sedentarie. Ed è dimostrato che trenta minuti di movimento al giorno sono sufficienti per diminuire del 19% la mortalità nei pazienti con carcinoma del colon-retto. Ma sono ancora troppi i cittadini, colpiti da tumore, completamente sedentari: spesso anche i familiari tendono a dissuaderli dal muoversi per il timore di compromettere la loro condizione».

Al termine dei quattro mesi di allenamento, tutti i pazienti del progetto PHALCO verranno sottoposti agli stessi test effettuati all’inizio del protocollo dal medico dello sport e dal laureato in Scienze motorie.

Testimonial dell’iniziativa è Terryana D’Onofrio, medaglia d’argento ai Campionati mondiali universitari 2018 di karate.

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