Sconfiggere la malnutrizione dei pazienti oncologici in tempo di pandemia

   www.healthdesk.it, 03/12/2020

L'appello
È passato quasi un anno dalla presentazione del Manifesto Nutrizione Medica: più forza alla cura, il cui obiettivo era l’impegno per una corretta presa in carico da parte delle Istituzioni del paziente malnutrito.


Poi è arrivato SARS-CoV-2...

Nei giorni scorsi Nutrizione medica-Unione italiana food, l'Associazione di Confindustria che riunisce le aziende che operano nel settore della nutrizione medica in Italia, ha promosso un incontro per fare il punto su quello che è stato fatto e mettere a fuoco il contesto legato all’accesso agli alimenti a fini medici speciali (Afms) per i malati oncologici in tempo di pandemia.

Nell’ultimo periodo è stata registrata una riduzione del 52% dell’attività ambulatoriale nei reparti e del 57% delle visite settimanali. Inoltre, nel 62,4% dei casi le visite sono state riprogrammate e il 95% dei follow-up cancellati. Tutto questo ha ovviamente avuto conseguenze anche sull'alimentazione medica, con un sensibile peggioramento dello stato di nutrizione.

«Soprattutto in questa situazione di emergenza sanitaria il supporto all’alimentazione dei pazienti affetti da cancro resta una priorità dovuta al rischio concreto di un peggioramento del loro stato nutrizionale» osserva Riccardo Caccialanza, della Società italiana di nutrizione artificiale e metabolismo. La «possibile soluzione oggi risiede sicuramente nella continuità della nutrizione clinica in oncologia – aggiunge - grazie a un cambiamento radicale nell’approccio ai pazienti».

Per gli esperti è necessario promuovere una cultura della nutrizione medica che possa condurre alla presa in carico dei pazienti che hanno diritto alla corretta diagnosi del loro stato nutrizionale.

«I problemi irrisolti legati alla nutrizione clinica dal punto di vista delle Società scientifiche e i rischi legati alla malnutrizione nei pazienti oncologici sono ancora tanti – sottolinea Maurizio Muscaritoli, presidente della Società italiana di nutrizione clinica e metabolismo – e tra essi spicca la necessità di uno screening sistematico e omogeneo per la valutazione dello stato nutrizionale dei malati, ma anche e soprattutto il bisogno di riconoscere tutte le terapie nutrizionali nei Lea, i Livelli essenziali di assistenza. La situazione attuale aggrava ulteriormente uno status quo di urgenza che si percepiva già prima dell’avvento della pandemia e che è in larga parte dovuto anche alla mancanza di una piena attuazione dell’accordo siglato tra Stato e Regioni».

«Nonostante il ruolo importante giocato anche dalle associazioni dei cittadini, purtroppo manca ancora una piena operatività delle iniziative intraprese al fine di realizzare una vera presa in carico del paziente oncologico» sostiene Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva. Pertanto, secondo Gaudioso oggi «vi è l’esigenza di una soluzione ponte durante la fase Covid-19 per rispondere ai bisogni urgenti dei pazienti; tuttavia, non possono essere tralasciate anche l’introduzione dello screening nutrizionale nei Pdta, la costruzione di reti di Nutrizione clinica e l’inserimento degli Afma nei Livelli essenziali di assistenza».

Da parte loro, le aziende si sono dichiarate disponibili a sviluppare prodotti e servizi sempre più efficaci nel rilevare, prevenire e trattare condizioni di malnutrizione.

«Purtroppo – sostiene Marco Alghisi, presidente di Nutrizione medica unione italiana food - il contesto della pandemia da Covid-19 ha rallentato quello che un anno fa ci auguravamo fosse un processo più rapido e concreto. Il nostro obiettivo oggi resta quello creare consapevolezza in tutti gli attori e gli enti istituzionali coinvolti per risolvere urgentemente le diseguaglianze di accesso dei pazienti oncologici agli Afma e garantire finalmente l’effettiva uniformità di accesso alle terapie nutrizionali su tutto il territorio nazionale».

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