Cancro al seno senza progressione per due anni con nuovo anticorpo coniugato

   www.healthdesk.it, 18/09/2021

Tumore al seno metastatico
Congelare il cancro al seno metastatico per oltre due anni. È il traguardo senza precedenti tagliato dall’anticorpo monoclonale coniugato trastuzumab deruxtecan in una sperimentazione clinica prestata oggi al Presidential Symposium del meeting annuale della European Society of Medical Oncology (ESMO).


«Il beneficio osservato è di un’entità mai riscontrata prima nel carcinoma mammario», ha commentato il responsabile del Gruppo Mammella dell’IRCCS Ospedale S. Raffaele di Milano Giampaolo Bianchini. «Cambierà lo standard di cura».

Il cancro al seno è il tumore più diffuso al mondo; nel 2020 ne sono stati diagnosticati più di due milioni di casi con quasi 685.000 morti a livello globale. Circa un caso su cinque di cancro al seno è HER2 positivo, esprime cioè sulla superficie delle cellule tumorali un recettore di membrana che, quando è alterato, è spesso associato a una malattia aggressiva. Nonostante il trattamento iniziale mirato che solitamente prevede il farmaco anti-HER2 trastuzumab e la chemioterapia, la malattia spesso progredisce, rendendo necessarie opzioni più efficaci per ritardare ulteriormente la progressione e prolungare la sopravvivenza.

La sperimentazione
Sono state queste le pazienti arruolate nello studio di fase III DESTINY-Breast03 presentato oggi al meeting ESMO. Il trial ha coinvolto oltre 500 pazienti in diversi centri in Asia, Europa, Nord America, Oceania e Sud America, 16 dei quali in Italia. Tutte avevano un tumore del seno positivo per HER2 non operabile e/o metastatico ed erano già stati trattati con trastuzumab e la chemio.

Metà di esse hanno ricevuto trastuzumab deruxtecan, l’altra metà il trattamento di seconda linea convenzionale che prevede la somministrazione dell’anticorpo trastuzumab emtansine.

L’analisi presentata oggi e condotta prima della conclusione definitiva dello studio ha dimostrato una riduzione del 72% del rischio di progressione della malattia o di morte delle paziente trattate con trastuzumab deruxtecan rispetto a quelle trattate con trastuzumab emtansine.

Dopo 15,5 e 13,9 mesi di follow-up nei bracci di trattamento con trastuzumab deruxtecan e trastuzumab emtansine. rispettivamente, la sopravvivenza senza progressione della malattia mediana per le pazienti trattate con trastuzumab deruxtecan non è stata raggiunta, mentre ne gruppo trattato con trastuzumab emtansine è risultata essere di 6,8 mesi.

Ma il risultato più sorprendete è una seconda valutazione della sopravvivenza libera da progressione valutata dagli sperimentatori: in tal caso le pazienti trattate con trastuzumab deruxtecan hanno ottenuto un miglioramento di tre volte e mezza maggiore con una sopravvivenza senza progressive di 25,1 mesi rispetto a 7,2 mesi delle donne in trattamento standard. Questo beneficio si verificava anche osservando singolarmente i sottogruppi chiave di pazienti trattate con trastuzumab deruxtecan, comprese quelle con storia di metastasi cerebrali stabili.

Non sono ancora disponibili dati definitivi sulla sopravvivenza, anche se si è osservata una tendenza verso una maggiore sopravvivenza globale per trastuzumab deruxtecan: era vivo a un anno il 94,1% per cento delle pazienti sottoposto a questo trattamento rispetto all’85,9% di quelle sottoposte al trattamento standard.

Risultati rivoluzionari
«Le pazienti con carcinoma mammario metastatico HER2-positivo sottoposte a precedenti terapie, tipicamente vanno incontro a una progressione della malattia in meno di un anno, con i trattamenti anti-HER2 attualmente disponibili», ha spiegato Javier Cortés, capo dell’International Breast Cancer Center (IBCC) di Barcellona.

«I primi dati di sopravvivenza, che valutano trastuzumab deruxtecan rispetto ad un altro ADC anti-HER2, mostrano che quasi tutte le pazienti trattate con trastuzumab deruxtecan erano vive dopo un anno, ed è un’indicazione positiva del potenziale di questo farmaco di trasformare lo scenario di trattamento del carcinoma metastatico HER2-positivo», ha dichiarato Ken Takeshita, capo globale del dipartimento Ricerca e Sviluppo di Daiichi Sankyo che ha annunciato che «questi dati costituiranno la base delle nostre argomentazioni presso le autorità sanitarie a livello internazionale affinché le pazienti con carcinoma mammario metastatico HER2-positivo sottoposte a precedenti terapie abbiano la possibilità di avere trastuzumab deruxtecan come opzione di trattamento più efficace».

«I risultati presentati qui al Congresso ESMO sono rivoluzionari», ha aggiunto Susan Galbraith, MBBChir, vice presidente esecutivo del dipartimento di Ricerca e Sviluppo in Oncologia di AstraZeneca. «Questi dati senza precedenti rappresentano un potenziale cambiamento di paradigma nel trattamento del carcinoma mammario metastatico HER2-positivo e mostrano il potenziale di trastuzumab deruxtecan di trasformare la vita di più pazienti nelle fasi più precoci del trattamento». 

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