Radioterapia contro il cancro sempre più intelligente e a misura dei pazienti

   www.healthdesk.it, 16/10/2021

Tumori
Non c’è più la radioterapia di una volta… per fortuna.


Da almeno un ventennio la disciplina, in ambito oncologico, sta cambiando volto e oggi sta andando incontro a un vero e proprio cambio di paradigma nell’approccio al paziente e al tumore: la radioterapia, infatti, oggi integra la genomica e l’intelligenza artificiale per ritagliare sul singolo paziente e sulla sua neoplasia il miglior trattamento radioterapico. Per cure sempre più efficaci e più rispettose del malato.

È questo lo scenario in cui si inserisce il XXXI congresso nazionale dell’Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia clinica (AIRO) apertosi oggi a Bologna.

«La radioterapia è cambiata totalmente sia come caratteristiche della disciplina sia come suo inserimento nell’ambito oncologico per la cura dei tumori», dice il presidente AIRO Vittorio Donato, capo dipartimento di Oncologia e medicine Specialistiche e direttore della divisione di Radioterapia dell’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma. «Prima era considerata alla stregua di una cura palliativa ed era guardata solo come complicanza; oggi è uno dei tre pilastri delle cure oncologiche e onco-ematologiche e si è aggiornata insieme alle terapie farmacologiche. Oggi è tutt’altra realtà».

Per la radioterapia è un momento entusiasmante, con numerosi studi scientifici in corso, molti dei quali stanno dando buoni risultati quanto a efficacia e miglioramento della qualità di vita dei pazienti. Grazie all’integrazione di genomica e radiomica con la clinica, il radioterapista ha la possibilità di vedere quello che l’occhio umano non percepisce, l’infinitamente piccolo; e l’intelligenza artificiale aiuterà a costruire modelli di intervento per singolo paziente e singolo tumore. Tutto questo porterà ad un migliore trattamento e a prevedere la risposta del paziente.

«L’indirizzo verso il quale andiamo è quello di capire ancora meglio qual è il trattamento più appropriato nel singolo paziente e nel singolo tumore», illustra Barbara Jereczek, direttore della divisione di Radioterapia all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e professore di Radioterapia all' Università degli Studi di Milano nonché coordinatrice del comitato scientifico dell’AIRO. «Per tanti anni la radioterapia si è basata sui dati clinici, oggi si basa sempre di più su dati biologici intesi come genomica, imaging - intesa come radiomica - e intelligenza artificiale che ci aiuta a integrare questi dati nella scelta del trattamento. Attraverso queste avanzatissime tecnologie è possibile monitorare le modifiche del corpo del paziente e del tumore e adattare il trattamento. Se riusciamo a capire di più dalle immagini arrivando laddove l’occhio non riesce possiamo caratterizzare meglio la neoplasia e scegliere di intensificare o de-intensificare il trattamento».

L’innovazione tecnologica, però, per quanto preziosa, non può prescindere dalla componente umana: il radioterapista oncologo con la sua esperienza e competenza resta il cardine del trattamento con terapia radiante e figura di riferimento all’interno del team multidisciplinare, che deve tener conto nelle scelte terapeutiche del parere di questo specialista che oggi è chiamato a trattare più del 60% dei pazienti con tumore, percentuale che presto potrebbe crescere ulteriormente.

«AIRO è impegnata da tempo in diverse attività di comunicazione attraverso il sito www.radioterapiaitalia.it con informazioni tecnico-scientifiche per gli specialisti e informazioni e novità dedicate ai pazienti e ai cittadini», sottolinea Roberto Pacelli, responsabile Sezione di Radioterapia UOC Diagnostica per Immagini e Radioterapia, AOU Federico II di Napoli e ordinario di Radioterapia all’Università degli Studi di Napoli Federico II e membro del consiglio direttivo AIRO. «Il sito contiene la mappa di tutti i centri radioterapici attivi in Italia e una sezione per la formazione e l’aggiornamento su diverse patologie tumorali e i trattamenti radioterapici, strutturata con incontri rivolti anche ai medici di base che sono i primi interlocutori dei pazienti. Abbiamo inserito anche un documento sul vaccino anti-Covid e sui pazienti più fragili per i quali si raccomanda la vaccinazione».

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