La radioterapia che cura il tumore: nel 2020 trattati a scopo radicale più di 15.000 pazienti per 4 neoplasie

   www.healthdesk.it, 14/12/2021

L’indagine
Nel 2020 sono stati 100mila i pazienti sottoposti a radioterapia, di cui 15mila allo scopo di eradicare un tumore. È il risultato di un censimento nazionale per il 2020 promosso dall’Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica (Airo), sulla quantità e qualità delle prestazioni erogate nei centri radioterapici.


La radioterapia come terapia oncologica è stata utilizzata per quattro specifiche tipologie di tumore: i tumori del distretto testa-collo, il carcinoma della prostata, la neoplasia della cervice uterina e il carcinoma del polmone non a piccole cellule. La metà (48%) dei 15mila pazienti sottoposti a radioterapia con finalità radicale aveva un tumore della prostata, il 21 per cento un tumore testa-collo, il 9 per cento un tumore della cervice uterina e il 22 per cento un tumore del polmone non a piccole cellule.

Nel complesso l’indagine conferma il ruolo fondamentale della moderna radioterapia nella cura di alcuni tumori solidi.

«La survey realizzata da Airo ribadisce ancora una volta il ruolo della radioterapia e il suo valore in oncologia. L’indagine conoscitiva si è focalizzata su quattro tumori: prostata, testa-collo, cervice uterina e polmone non a piccole cellule. I dati emersi, alcuni dei quali ancora in fase di elaborazione, sono molto incoraggianti, in quanto l’indagine è stata condotta durante l’anno di massima acuzie della pandemia Covid-19 anche per valutare quanto e come la radioterapia ha risposto alle esigenze dei pazienti oncologici in un periodo critico per i reparti di oncologia. La radioterapia italiana, ci dicono i numeri, ha saputo far fronte nella gran parte dei casi alla domanda dei pazienti affetti da un tumore e superare le criticità», ha dichiarato Vittorio Donato, presidente Airo e Capo Dipartimento Oncologia e Medicine Specialistiche, Direttore Divisione di Radioterapia, AO San Camillo-Forlanini di Roma.

L’indagine evidenzia l’incremento nell’utilizzo delle tecniche e tecnologie innovative e avanzate, come l’intensità modulata (IMRT), che è usata nella quasi totalità dei tumori della prostata e testa-collo. Anche l’ipofrazionamento, cioè un numero minore di sedute con una dose maggiore per seduta, è una modalità di trattamento molto utilizzata, soprattutto nel tumore della prostata, riducendo gli accessi in ospedale con gli stessi risultati in termini di cura.

«La radioterapia moderna utilizza apparecchiature sofisticate che permettono trattamenti molto più selettivi e circoscritti. Tutto questo ha permesso di aumentare l’efficacia e ridurre gli eventuali effetti collaterali infiammatori. Le innovazioni riguardano la diagnostica per immagini oncologica avanzata con visualizzazione del tumore in fase precoce o delle parti più aggressive della neoplasia, l’integrazione con i farmaci target e con immunoterapia e nuove forme di radioterapia, per esempio, la protonterapia», ha spiegato Barbara Jereczek, Direttore Divisione di Radioterapia IEO di Milano e Professore di Radioterapia Università degli Studi di Milano e Coordinatore Comitato Scientifico Airo.

Il tumore della prostata è il grande protagonista dei trattamenti radioterapici negli ultimi anni. Sono 7.364 i casi di tumore prostatico trattati a scopo curativo. Il 94 per cento viene trattato con macchine di radioterapia in grado di erogare fasci ad intensità modulata che consente di somministrare la dose di raggi efficace a volumi geometricamente complessi, riducendo al massimo la dosi ai tessuti circostanti. Si sono affermate anche tecniche di ipofrazionamento con un numero ridotto di sedute e dosi maggiori per seduta.

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