PROBLEMI PSICOLOGICI POST MASTECTOMIA

domanda:
Gentile dottoressa,
dopo avermi riscontrato un tumore al seno di natura infiltrante, mi hanno praticato una mastectomia al seno sinistro, nonche' l'asportazione di tutti i linfonodi ascellari, in quanto quello sentinella, era risultato in metastasi.
Ho gia' fatto anche l'intervento ricostruttivo, che pero' necessitera' di un'altro ritocco, in quanto il seno sano e' stato ridotto eccessivamente, rispetto alla protesi inserita dal lato offeso.
Ho fatto chemioterapia, ho perso tutti i capelli, e adesso seguo una cura ormonale che avra' la durata di 5 anni.
Questo e' il quadro clinico per darle un'idea e arrivare all'aspetto psicologico.
Da quando mi e' successo tutto questo, io non riesco piu' a guardarmi allo specchio, ho il rifiuto di me stessa, e  mi sento come se fossi stata violentata, quindi  qualsiasi uomo si avvicini a me, mi procura un senso di repulsione incontrollabile.
Avevo un seno splendido su una figura ancora slanciata, non ero ancora in menopausa..ora invece mi sento finta e grassa, anche perche' la menopausa indotta chimicamente mi ha modificato nel peso e nelle proporzioni. Seguo un'alimentazione sana e corretta, faccio movimento, ma non sono piu' io e mi sento "finita" come donna.
Cosa potrei fare per uscire da questo tunnel?

ringraziando anticipatamente per l'attenzione, le porgo i miei saluti

Raffaella 
risposta di d.ssa Maria Gabriella Manno:
Gentile Raffaella,
comprendo pienamente le sue difficoltà poichè il tumore al seno oltre a portare la persona a confrontarsi con la malattia, coinvolge tre aree fondamentali della vita di una donna: la maternità, la sessualità, la femminilità. Il suo vissuto è comune a molte donne ed è per questo che l'Associazione offre continui dibattiti, confronti, convegni insomma "luoghi psicologici" in cui ci si incontra per esprimere i propri bisogni e cercare soluzioni alle proprie sofferenze.
La malattia in questo momento la porta a rimettere in discussione il suo corpo, come ci si sente nel proprio corpo, la propria femminilità, ma non si scoraggi. Innanzitutto deve considerare questo un periodo di travaglio transitorio da cui ne uscirà e potrà pensare a ri-costruire se stessa sulla base anche di questa esperienza. L'aspetto estetico è importante ma non si nutre solo di clichè e di forma bensì di essenza interiore, se lei guarda le Veneri dipinte nei secoli non sono certo magre! a volte gli aspetti culturali o esteriori confondono la donna. provi a stare dentro il suo corpo apprezzando tutti gli sforzi che sta facendo per affrontare questa malattia, sia amica del suo corpo, ne osservi le trasformazioni ma non le giudichi, consideri che il suo corpo sta mettendo in campo tutte le sue risorse per farcela e se questo comporta un pò di grasso in più provi a tollerarlo pensando ai risultati ossia lo sradicamento della malattia.Tuttavia continui a trattarlo bene come sta facendo con una corretta nutrizione e movimento (nel nostro sito troverà informazioni anche su questo). La sua femminilità è un "sentire" è prima di tutto un sentimento e poi una facciata. Se ogni donna sapesse questo pensi a quante insicurezze si eviterebbero.
Se le necessita non esiti a contattare il Comitato Andos più vicino a lei e si confronti con altre donne o chieda un colloquio con un collega
Buona fortuna e grazie per averci contattato
Gabriella Manno