Fattori di rischio

FATTORI DI RISCHIO 

Il rischio di ammalarsi di carcinoma della mammella aumenta con il progredire dell’età fino alla menopausa (50-55anni) per rallentare dopo la menopausa. Tale andamento è correlabile al progressivo stimolo proliferativo che gli ormoni femminili (estrogeni) esercitano sull’epitelio mammario oltre alla copertura dei programmi di screening. Il rischio della popolazione normale è pari al : 2,3% fino a 49aa (1 donna ogni 45) - 5,2% da 50 a 69aa(1 donna su 19) - 4.4% oltre i 70aa. Sono fattori di rischio comprovati e validati secondo i dati emersi dagli studi clinici e dai Registrom Tumori pubblicati in “ I numeri del cancro in Italia 2015” a cura di AIOM – AIRTUM

Fattori riproduttivi/ormonali

  • Lunga durata del periodo fertiel : menarca (1° mestruazione) e menopausa tardiva
  • Nullaparità ( non avere avuto figli) o prima gravidanza dopo i 30anni.
  • Mancato allattamento al seno.
  • Terapia ormonale sostitutiva durante la menopausa, specie se con estroprogestinici ad attività androgenica


Familiarità ed ereditarietà
I tumori eredofamiliari della mammella sono circa il 20% di tutti i tumori della mammella, di questi solo il 5% (circa 1?4) dovuti prevalentemente alla mutazione genetica di BRCA1-BRCA2 ed in minor misura alla presenza di mutazioni in geni diversi, in parte ancora sconosciuti.
I geni BRCA1(cromosoma 17q21) e BRCA2 (cromosoma 13q13) sono geni oncosoppressori, cioè in grado di individuare i danni del nostro DNA e di ripararli, per questo quando non funzionano correttamente a causa di un’alterazione (mutazione) questi danni rimangono e si accumulano fino a quando la cellula “perde il controllo” e diventa tumorale. Questi geni hanno una trasmissione di tipo autosomico dominante a penetranza elevata. In altre parole un individuo portatore di questa mutazione, sia esso maschio o femmina, ha un rischio pari al 50% di trasmettere la mutazione stessa ai figli indipendente dal sesso del nascituro.
Queste mutazioni sono più frequenti nelle donne giovani, rappresentando il 10% dei tumori mammari diagnosticati nelle donne prima dei 40anni e solo il 2% dopo i 50anni.
Le donne portatrici di mutazione genetica hanno un rischio del 20%-40% superiore alla popolazione normale di sviluppare un carcinoma della mammella controlaterale.
Le donne portatrici di BRCA1 mutato hanno un rischio del 65% di sviluppare nel corso della vita un tumore al seno e del 60% all’ovaio, lievemente inferiore nei BRCA2 mutati pari al 40% per la mammella e al 20% per l’ovaio. BRCA2 mutato correla anche con un rischio del 6% -7.5 % per gli uomini di contrarre un tumore della mammella nell’arco della vita e con un rischio dell’8% per il tumore del pancreas, specie nelle donne.
Queste mutazioni sono correlate anche con un rischio del 1%-4% di sviluppare un tunore primitivo del peritoneo.
 

Nota bene: Non si eredita il tumore, ma la predisposizione genetica all’insorgenza dello stesso.


Fattori dietetici e metabolici

  • Obesità, poiché il tessuto adiposo (grasso) in postmenopausa rappresenta la principale fonte di produzione di estrogeni circolanti con eccessivo stimolo della ghiandola mammaria.
  • Sindrome metabolica ha una predisposizione genetica ma al suo sviluppo contribuisce uno stile di vita con scarsa attività fisica e una dieta ipercalorica ricca di grassi e zuccheri raffinati. È caratterizzata dalla presenza contemporanea di almeno 3 dei seguenti fattori:
    1) obesità addominale; 
    2) ipertensione;
    3) aumento del colesterolo e/o dei trigliceridi;
    4) diabete o alterato metabolismo glicidico
  • L’abuso di alcool


Radioterapia del torace e precedenti displasie o tumori al seno