Preservare la fertilità

Oggi, per preservare la fertilità nelle donne giovani in trattamento per cancro della mammella, vengono usati:

  • Gli analoghi LHRH, sono farmaci indicati per le donne in premenopausa per inibire completamente l’attività delle ovaie e indurre la menopausa farmacologica, che però, ha durata temporanea. La ripresa del ciclo mestruale avviene da alcuni mesi a un anno dal termine del trattamento. Si somministrano per via intramuscolare, una volta ogni 28 giorni o ogni 3 mesi, secondo la preferenza e la tolleranza della donna. In genere sono somministrati in premenopausa in concomitanza della terapia ormonale nei tumori ormono sensibili e anche da soli durante la chemioterapia.
  • La crioconservazione degli ovociti va proposta alla giovane donna da par te dell’oncologo coadiuvato da esper to in P.M.A. (procreazione medicalmente assistita). Questa è ovviamente una chance che la giovane donna ha per il suo futuro. Non è scontato che la ripresa delle mestruazioni significhi ripresa della fertilità e soprattutto che la donna decida di intraprendere il percorso della maternità. E’ un’opportunità che si può giocare, se molto giovane, anche a distanza di tanti anni dall’intervento.

Certo è che i trattamenti contro il cancro al seno continueranno a mettere le giovani donne a rischio per alcuni cambiamenti fisiologici e disfunzioni sessuali correlate.

Nel loro studio, la Dott ssa Partridge e colleghi hanno cercato di identificare i fattori associati a peggiori risultati sessuali in donne giovani. Lo scopo finale era quello di identificare gli obiettivi di intervento e, eventualmente, ridurre al minimo il rischio di problemi a lungo termine, come ad esempio l’atrofia vaginale.

A tal fine, i ricercatori hanno esaminato 461 giovani donne sotto i 40 anni sopravvissute al cancro della mammella in pre-menopausa; si tratta di uno studio prospettico a cui le donne sono state chiamate a partecipare per aiutare se stesse e le altre. Le partecipanti hanno completato il questionario sul sistema di valutazione della riabilitazione del cancro (CURE) . Le donne che hanno fatto chemioterapia continuativa e sperimentato l’amenorrea avevano la disfunzione sessuale più elevata.

Questo ci illumina sul fatto che il fattore psicologico non è primario, non è la volontà della donna a venir meno, non è solo la tristezza, la paura e la depressione che inducono la riduzione del piacere sessuale della donna operata di cancro, bensì l’ origine è associata alle cure e alle conseguenze delle cure. E’ chiaro, come abbiamo detto più volte in altri seminari e in altre pubblicazioni a cura dell’A.N.D.O.S., che l’inibizione psicologica, la paura e la vergogna sono variabili importantissime, e che lavorare sull’elaborazione emotiva dell’evento aiuta ad affrontare meglio la vita e le relazioni, aiuta ad elevare la qualità di vita in generale. Resta però da considerare che la donna, non adeguatamente seguita, può essere vittima di una grande sofferenza fisica durante il rapporto sessuale post-inter vento.

Foto Marilena Mura , Amazzoni (progetto del Comitato A.N.D.O.S. onlus di Oglio Po)