Le considerazioni precedenti riguardo al seno quale simbolo socio- comunicativo del femminile, fa parte della esperienza di ogni donna, anche se ciascuna donna mutua queste rappresentazioni secondo il proprio modo di essere più o meno passivamente.Tutto questo non può non incidere sulla psicologia di una donna quando le viene diagnosticato un tumore al seno; per cui, oltre a dovere gestire la paura e le conseguenze della malattia si trova a fare i conti anche con il risultato estetico post-intervento. Per quanto possiamo decondizionarci dagli stimoli a cui siamo esposte nella nostra realtà sociale, siamo inserite in un ambiente che esalta la perfezione del corpo, che offre modelli ideali sempre più perfetti. Questo non sarebbe un problema e sarebbe solo un andamento dei tempi, se non fosse che ai canoni estetici spesso, in molte donne, si sovrappone l’autostima.Tanto più si è rispondenti ai canoni estetici previsti tanto più ci si sente adeguate.
E qui sta il problema! L’autostima è un concetto ampio, che integra diversi aspetti della vita di una persona: gli apprendimenti, le prove, le responsabilità, le capacità e la percezione individuale del proprio valore ... L’autostima non può essere ridotta solo ad una corrispondenza con un’ estetica idealizzata senz’anima.
L’autostima è un concetto caldo, completo, un abbraccio che la persona si dà anche e soprattutto quando sbaglia; l’abbraccio che non si ferma certo lì, ma che consente di andare oltre l’errore, è il credere alla prismaticità della personalità e non alla statuarità.

Sono un prisma ho tante facce, alcune mi piacciono altre no, ma le accetto; alcune sono considerate dagli altri, altre no, ma non dipendo dalla loro approvazione; alcune corrispondono a degli ideali estetici, altre no, perché sono modi personali di essere; ogni essere è individualmente distinto dagli altri e io non sarò perfetta, ma sono unica.