Cancro: lavoratori autonomi gli unici a dover rispettare le fasce di reperibilità
18 gennaio 2016 HealthDesk, 14/01/2016
Diritti
Un decreto firmato dai ministri Poletti e Lorenzin estende anche ai lavoratori dipendenti privati un diritto riconosciuto nel 2009 a quelli pubblici: potersi assentare da casa per sottoporsi alle terapie senza produrre alcuna giustificazione. Ma non fa cenno ai lavoratori autonomi
Hanno un diverso trattamento sul posto di lavoro, godono di minori (e in alcuni casi nessuna) garanzie sociali, sono gli ultimi quanto a tutele quando si ammalano. Anche quando la malattia contro cui combattono è quella brutta bestia del cancro.
Ancora una volta gli autonomi si confermano l’eccezione del mondo del lavoro italiano. Nei giorni scorsi, i ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti e quello della Salute Beatrice Lorenzin hanno firmato un decreto interministeriale che finalmente pone fine a una discriminazione a carico dei lavoratori dipendenti privati che si protraeva da 6 anni. Nel 2009, su sollecitazione della Favo (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), l’allora ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta aveva adottato un provvedimento che forniva chiarimenti in ordine alle fasce di reperibilità in caso di malattia per i lavoratori malati oncologici durante il periodo di cura della patologia. In sostanza, il provvedimento escludeva dalle fasce di reperibilità, cioè quelle ore del giorno (dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18) in cui il lavoratore in assenza per malattia è obbligato ad essere presente al proprio domicilio, i malati di cancro. Norma sacrosanta che finalmente evitava ai pazienti, per esempio in chemioterapia, l’onere di produrre montagne di documentazione per giustificare la propria assenza dal domicilio in caso di visita fiscale.
Tuttavia la norma riguardava soltanto i lavoratori dipendenti pubblici.
Ora, il decreto Poletti-Lorenzin estende questo diritto anche ai lavoratori del settore privato.
«Purtroppo nulla è previsto per i lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata INPS che sono malati di cancro, e gli altri in analoga condizione di grave malattia, che continueranno a sentirsi costretti agli arresti domiciliari per essere sempre reperibili in caso di visite fiscali che accertino la loro malattia», precisa la FAVO in una nota. «Rimane, quindi, il problema di quei “poveri sfigati” dei lavoratori autonomi che come il buon ragionier Fantozzi hanno appena finito di rallegrarsi per aver visto riconosciuto anche loro il diritto alla (seppur minima) indennità di malattia ma che, non essendo lavoratori subordinati né pubblici e né privati, non potranno invocare nessuna norma anche regolamentare che li esenti dall’attendere pazientemente a casa la visita del medico fiscale.
Certamente è stata eliminata un'ingiusta disparità di trattamento tra lavoratori pubblici e privati affetti da gravi malattie e questa è una buona notizia, speriamo che arrivi al più presto un chiarimento normativo anche per tutti gli altri malati lavoratori», conclude la Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia.