Cancro al seno: smettere di fumare aumenta la sopravvivenza

   Salute seno, Tiziana Moriconi, 29/02/2016

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Circa una donna su 10 continua a fumare dopo la diagnosi. Un nuovo studio dell'Università della California dà ora un altro buon motivo per smettere, quantificando i vantaggi di chi rinuncia alla sigaretta


È la raccomandazione categorica che i medici fanno a qualsiasi fumatore che si ammali di tumore: quella di smettere. Qualunque sia il tipo di neoplasia, compreso, ovviamente, il cancro al seno. A portare nuovi dati sull'importanza di interrompere il vizio è uno studio pubblicato su Journal of Clinical Oncology: le fumatrici a cui è stato diagnosticato un tumore al seno che smettono di fumare aumentano la loro sopravvivenza del 33% rispetto a chi continua.

Le complicazioni del fumo. La sigaretta è stata correlata a una maggiore probabilità di ammalarsi di cancro al seno, soprattutto prima della menopausa. Altri studi hanno anche suggerito che possa esserci un nesso tra l'esposizione al fumo passivo e la malattia. È noto, inoltre, che le fumatrici hanno più complicanze dopo la diagnosi, tra cui possibili danni ai polmoni in caso di radioterapia, una ripresa più lenta e difficile, un maggior rischio di trombi durante la terapia ormonale post-intervento (necessaria in circa il 60-70 dei casi).

Lo studio. A condurre il nuovo studio sono stati i ricercatori dell'Università della California di San Francisco, che hanno analizzato i dati di quasi 20.700 donne americane di tre stati (Wisconsin, New Hampshire, Massachusetts), tra i 20 e i 79 anni, a cui era stato diagnosticato un tumore al seno tra il 1988 e il 2008. Metà delle donne è stata seguita per più di 12 anni.

I ricercatori hanno chiesto alle pazienti di compilare un questionario sull'abitudine al fumo, chiedendo loro, per esempio, se avevano fumato oltre 100 sigarette, il numero medio di sigarette fumate in un giorno, l'età in cui avevano cominciato.

Nel corso degli anni, sono decedute per tumore al seno 2.894 donne. Gli studiosi non avevano informazioni sul tipo di tumore, ma hanno tenuto conto di altri fattori che possono modificare la prognosi, come il consumo di alcol e l'indice di massa corporea.

I risultati. Il 25% del campione era una fumatrice attiva nell'anno precedente alla diagnosi. Tra queste donne - indicano i risultati - si sono verificati più decessi per il tumore o per malattie cardiovascolari che non tra le altre. Chi aveva smesso di fumare dopo la diagnosi, però, ha comunque avuto una riduzione della mortalità del 33% rispetto a chi ha continuato a fumare. Queste ultime pazienti (circa il 10% del campione) hanno avuto un aumento del rischio di morire per il cancro del 72% rispetto alle non fumatrici.