Contro il cancro nanofarmaci “intelligenti”

   HealthDesk, 03/02/2016

WORLD CANCER DAY
È questo un altro terreno sul quale si combatte la sfida della ricerca contro i tumori. Obiettivi: eliminare gli effetti collaterali e aumentare la precisione dei medicinali



Dividete un metro 20 miliardi di volte; o anche 500 miliardi di volte: beh, se riuscite a farvene un'idea (ma anche se non ci riuscite...) è tra queste due misure che è compresa la “grandezza” (si fa per dire, naturalmente) dei vettori che la ricerca sta studiando per trasportare i medicinali esattamente dove servono, per colpire il cancro senza provocare danni collaterali. Insomma, un po’ cavallo di Troia, un po’ Caronte, li hanno definiti gli esperti nella conferenza stampa italiana (una delle 12 simultanee in Europa) del Nano World Cancer Day 2016, organizzata dall’Università di Milano-Bicocca e dall'Istituto dei tumori del capoluogo lombardo martedì 2 febbraio.
Come hanno spiegato i ricercatori, i vettori (che, appunto, hanno una grandezza che va dai 20 ai 500 miliardesimi di metro) sono utilizzabili sia con i tradizionali farmaci chemioterapici sia con i farmaci biologici: gli uni e gli altri, infatti, hanno bisogno di “nano-shuttle” che li portino alla destinazione desiderata, nella fattispecie il tessuto tumorale.
Il percorso, tuttavia, non è privo di ostacoli. Raggiunta la destinazione occorre però superare le barriere biologiche e, per farlo, gli studiosi stanno sviluppando due differenti strategie. «Una – spiega Francesco Nicotra, professore di Chimica organica della Bicocca – prevede l’”apertura delle porte” col rilascio del farmaco prima del superamento della barriera; se il farmaco è una piccola molecola, potrà essere in grado di superarla per diffusione. L’altra, indispensabile per i farmaci che non sono in grado di diffondere, consiste nel dotare la nanoparticella di una “chiave” per attraversare la barriera e aprire le porte solo dopo averla superata. Le barriere dispongono infatti di sistemi di trasporto che riconoscono le sostanze utili e ne consentono il passaggio». In questo contesto, racconta Nadia Zaffaroni, l'Istituto nazionale dei tumori milanese di cui dirige la struttura complessa di Farmacologia molecolare, sta studiando, in collaborazione con ricercatori leader mondiali nel settore delle nanotecnologie, «la rilevanza terapeutica di nanoparticelle “intelligenti” capaci, ad esempio, di concentrarsi specificamente a livello delle aree di infiammazione nel tessuto tumorale mimando la struttura dei globuli bianchi o altre in grado di aprirsi rilasciando le molecole terapeutiche solo dopo l’internalizzazione nelle cellule tumorali sfruttando caratteristiche chimico-fisiche».
La nanomedicina «è una strada innovativa intrapresa da qualche anno dal settore farmaceutico e biotecnologico – commenta Federico Pantellini, Medical Affairs Director Oncology di Celgene - che sta aprendo scenari inaspettati nel trattamento di tumori difficili da curare come il carcinoma del pancreas, della mammella e del polmone in fase avanzata, ma l’innovazione richiede investimenti» tanto che «il biofarmaceutico è leader in Europa tra gli altri settori industriali per l’impegno in Ricerca e sviluppo».
La nanomedicina in Europa. Nel Vecchio Continente sono più di 500 le piccole e medie imprese, tra farmaceutiche, aziende di biotech, chimiche e tecnologie mediche, che operano nella nanomedicina, contro le 150 negli Stati Uniti. E sono circa 49 i nanofarmaci già sul mercato, per un valore complessivo che oscilla tra i 100 e 130 miliardi di dollari. Sul fronte della sperimentazione i nanofarmaci attualmente testati sull’uomo sono più di 230, quasi un terzo dei qualiper la cura del cancro. L’Unione europea, tra il 2008 e il 2014, ha finanziato più di 50 progetti di nanomedicina che vanno dalla messa a punto di nuovi sistemi di somministrazione dei farmaci nanostrutturati alla medicina rigenerativa fino alla creazione di nanoparticelle per la diagnostica precoce. Uno sforzo importante alla luce del fatto che con 4 milioni di nuovi casi all’anno e 8,2 milioni di decessi (World Cancer Report 2014 su dati 2012), il cancro è la causa principale di morte e comorbilità a livello mondiale e, nonostante i grandi passi avanti nelle cure, rimane letale nella metà dei casi. Aggiungete infine che nei prossimi vent'anni è attesa una crescita del 70 per cento di nuovi casi di tumore.