Test sulla saliva per svelare il tumore, strumento per la diagnosi precoce

   Sportello Cancro, Laura Cuppini, 15/02/2016

LE FRONTIERE DELLA BIOPSIA LIQUIDA
Presentato da David Wong dell’Università della California di Los Angeles, potrebbe essere approvato entro due anni ma non sostituirà esami classici come la radiografia


Un semplice test sulla saliva potrebbe in futuro dirci se abbiamo un tumore, grazie alla cosiddetta biopsia liquida, che consente di rilevare i frammenti del Dna tumorale nei fluidi corporei. Il prototipo è stato presentato da David Wong dell’Università della California di Los Angeles al convegno dell’Associazione americana per l’avanzamento delle scienze (AAAS). L’esame, se sarà approvato dalla Food and drug administration americana, avrebbe un bell’impatto economico, oltre che diagnostico: il kit costerebbe poco (si prevede circa 20 euro) e darebbe un risultato in 10 minuti. Non è la prima volta che si pensa di utilizzare la biopsia liquida per scovare un tumore, altri test di questo tipo sono infatti allo studio o in fase di sperimentazione. In questo caso, assicurano gli autori, l’esame è affidabile al 100% e molto facile: può essere fatto nello studio del medico, in farmacia o a casa.

Funziona per il tumore al polmone
«Se la “firma del tumore” è in circolazione - spiega Wong -, questo test la rileva. Serve solo una goccia di saliva e possiamo avere i risultati in circa 10 minuti». Dagli studi effettuati finora, la biopsia è risultata affidabile per il tumore al polmone e nei prossimi mesi dovrebbe partire una sperimentazione clinica in Cina su un gruppo di pazienti con questa neoplasia. Gli attuali metodi per rilevare un cancro al polmone dal sangue sono complicati, danno risultati in non meno di due settimane e possono monitorare la diffusione del cancro, ma non essere usati come esame iniziale. Il test potrebbe quindi essere molto utile per la diagnosi di neoplasie, come quella al pancreas o appunto al polmone, per le quali non esistono screening precoci efficaci. Inoltre, secondo Wong, in futuro potrebbe essere possibile avere un test in grado di rilevare contemporaneamente più tipi di tumore. Ma a frenare i possibili entusiasmi sono gli stessi autori del progetto. Wong ha affermato che la biopsia liquida va affiancata ad altri strumenti diagnostici. Per esempio, se da una radiografia dovesse emergere un nodulo sospetto, il test potrebbe confermare la presenza del tumore dalla saliva. È chiaro che difficilmente si potrà fare a meno dei classici strumenti diagnostici, ma l’esame della saliva potrebbe egregiamente dare un supporto. 

Altri test in sperimentazione
Tra le biopsie liquide allo studio per i tumori c’è anche un progetto italiano. Cancer-Id, dell’Istituto oncologico veneto (Iov), punta a individuare nuovi marker che, con l’analisi del sangue, possano evitare la biopsia permettendo di monitorare la riduzione o meno dei tumori e l’efficacia delle cure nei pazienti sotto terapia. C’è poi il test del National Cancer Institute degli Stati Uniti, che dal sangue è riuscito a prevedere la ricomparsa del tumore con oltre tre mesi di anticipo rispetto alla Tac e identificare i pazienti che probabilmente non avrebbero risposto alla terapia. Una frontiera sempre più interessante, ma le cui applicazioni dovranno essere regolate con saggezza per evitare il rischio di ipermedicalizzazione nella ricerca di tumori anche piccolissimi che in alcuni casi potrebbero non necessitare di terapie.