Più semplice oggi preservare la fertilità dopo un tumore

   Sportello Cancro, Vera Martinella, 11/04/2016

MEDICINA
Dopo la diagnosi di cancro è necessario che sia spiegato subito l’iter da seguire perché bisogna procedere tempestivamente, prima che siano avviate le terapie

Oncofertilità. È un termine coniato da pochi anni per dare un nome a un bisogno spesso sottovalutato, e insoddisfatto, di chi si ammala di cancro. Grazie ai progressi nelle terapie, oggi le guarigioni sono in aumento, e garantire agli ex malati una buona qualità di vita è una priorità. Ciò comporta anche, soprattutto se il paziente è giovane, fare tutto il possibile per preservare la sua fertilità e consentirgli, in futuro, di diventare genitore, se lo desidera.

I centri di Oncofertilità
Secondo le statistiche più recenti ogni anno, in Italia, vengono diagnosticati circa ottomila nuovi casi di tumore in persone con meno di 40 anni, con una netta prevalenza nel sesso femminile (cinquemila donne contro tremila uomini). E a causa dei cambiamenti culturali che hanno portato allo spostamento in avanti dell’età in cui si ha il primo figlio, molti di loro non sono ancora genitori. Purtroppo i trattamenti antitumorali possono pregiudicare la capacità riproduttiva, ma oggi questo non è più un ostacolo insormontabile perché le tecniche di crioconservazione dei gameti consentono di programmare una paternità o una maternità anche dopo la malattia. Per sfruttare questa opportunità servono però una corretta e rapida consulenza ai malati e la presenza sul territorio di centri qualificati e attrezzati. Per questo, durante un convegno tenutosi a Roma nei giorni scorsi, tre società scientifiche italiane ¬(Endocrinologia, SIE; Oncologia Medica, AIOM; Ginecologia e Ostetricia, SIGO) si sono messe al lavoro per elaborare un documento di consenso sulla crioconservazione da proporre alle Istituzioni e ai pazienti e per garantire che questi percorsi siano sicuri, accessibili e abbiano come fulcro banche del seme gestite da una rete di centri di Oncofertilità in grado di rispondere tempestivamente alle esigenze dei malati.

Dalla crioconservazione alla chirurgia «rispettosa»
Bambini, adolescenti, giovani adulti che, superato il tumore, hanno un’aspettativa di vita simile a quella dei coetanei, e a loro si aggiungono uomini e donne che ricevono la diagnosi in età riproduttiva. Il primo passo fondamentale per salvaguardare la loro possibilità futura di avere figli è informarli sull’iter da seguire fin dal momento della diagnosi. «Com’è naturale, quando si scopre di avere il cancro il primo pensiero è quello di salvarsi la vita - dice Andrea Lenzi, presidente della Società Italiana di Endocrinologia, durante l’incontro conclusivo della campagna “Futuro Fertile”, realizzata in collaborazione con Ministero della Salute e Università Sapienza di Roma per promuovere la cultura della prevenzione dell’infertilità -. Il paziente ha urgenza di iniziare le terapie, che potrebbero però inibire la sua fertilità in maniera definitiva o transitoria. L’unico periodo utile per la crioconservazione dei gameti è tra la diagnosi e l’avvio delle cure. È quindi necessario da un lato che i medici affrontino la questione fin da subito e dall’altro avere centri di crioconservazione abbastanza vicini all’utenza che siano al tempo stesso qualificati».

Per i maschi strada più facile
Il tasso di infertilità determinata dai trattamenti è variabile e dipende da più fattori: classe, dose e posologia del farmaco impiegato, estensione e sede del campo di irradiazione, dose di radiazioni erogata e suo frazionamento, età e sesso del paziente. Il campo dell’oncofertilità ha fatto progressi scientifici significativi negli ultimi anni e oggi i giovani pazienti hanno diverse strategie efficaci a disposizione. «Le tecniche standard o sperimentali di preservazione della fertilità che possono essere effettuate presso i Centri di procreazione medicalmente assistita (Pma) sono il congelamento del liquido seminale o del tessuto testicolare per gli uomini e la criopreservazione degli ovociti, degli embrioni o del tessuto ovarico nelle giovani donne - spiega Carmine Pinto, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica -. Il materiale biologico può rimanere crioconservato per anni ed essere utilizzato quando il paziente ha superato la malattia». Nei maschi la procedura è un po’ più semplice: dopo che il paziente è stato sottoposto a uno screening infettivologico approfondito, i gameti prelevati da sperma o tessuto possono essere conservati per un tempo indefinito a -196°C, mentre la chirurgia, ogni volta che sia possibile, mira a risparmiare i nervi dell’erezione e a non alterare i meccanismi dell’eiaculazione. «Le strategie disponibili per le donne sono invece più complesse - conclude Paolo Scollo, presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia -, ma altrettanto efficaci: oltre alla chirurgia di conservazione della fertilità, il congelamento degli ovociti (successivamente scongelati e fecondati in vitro) o del tessuto ovarico (poi reimpiantato) richiedono più giorni e passaggi. Ma sono trascorsi 30 anni da quando venne descritta la prima nascita da ovociti crioconservati e oggi sappiamo che si tratta di tecniche sicure per le madri e i futuri bambini, che offrono buone possibilità di successo».

Un rimedio per la menopausa precoce
Chirurgia, chemioterapia o radioterapia possono mettere a rischio in diversi modi la fertilità dei malati di tumore. Ad esempio alcuni chemioterapici, in particolare quelli che danneggiano il Dna, riducono drasticamente il numero degli ovociti primordiali, diminuendo la riserva ovarica e aumentando il rischio di infertilità e menopausa anticipata. In entrambi i sessi, il maggior rischio di perdita della funzione riproduttiva è associato agli agenti alchilanti, carboplatino e cisplatino. Come riporta uno speciale da poco pubblicato su Jama Oncology, la progettualità del «dopo-tumore» è motivo di vita e recupero di energie anche durante la malattia e salvaguardare la possibilità di diventare genitori ha un’importanza strategica anche a livello psicologico. Preservare la funzione ovarica significa anche scongiurare una menopausa precoce evitando gli effetti negativi.

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