Cancro: troppa disparità nell’accesso alle cure

   HealthDesk, 13/05/2016

IL RAPPORTO
I malati oncologici del nostro Paese sono costretti a lunghe attese per accedere ai trattamenti innovativi, con preoccupanti differenze regionali



Sessanta giorni in più rispetto alla Francia e più di trecento rispetto a Germania a Regno Unito. Quelli italiani devono essere molto più “pazienti” degli altri. I malati oncologici del nostro Paese sono costretti a lunghe attese per accedere ai trattamenti innovativi, con preoccupanti differenze regionali. E l’occasione di porre fine alle discriminazioni sul nostro territorio presentata dalla riforma costituzionale è andata persa.

«Il nuovo testo dell’art. 117 della Costituzione non consente il superamento di quell’intollerabile differenziazione tra aree del Paese nell’accesso alle terapie e all’assistenza sociale. Il ruolo di garanzia dello Stato non può limitarsi alla definizione dei Lea, ma dovrebbe comprendere anche l’uniformità e il controllo della loro erogazione. L’approvazione dell’emendamento con il quale si inserisce la possibilità di devolvere alle Regioni la potestà legislativa generale sulle politiche sociali rappresenta una sconfitta per tutti i malati», dichiara Francesco De Lorenzo, presidente della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo).

Ma la denuncia non finisce qui. L’VIII Rapporto sulla condizione assistenziale dei pazienti oncologici presentato oggi al Senato nel corso della XI Giornata del malato oncologico, organizzata dalla Favo, elenca tutte le criticità. Manca una rete per la terapia del dolore, scarseggia l’assistenza domiciliare, vengono negati i diritti di accedere a prestiti bancari. Per i pazienti oncologici, le ingiustizie non finiscono mai. E le differenze a livello regionale sono uno dei tanti esempi. Avere le terapie giuste al momento giusto è l’unica soluzione per sperare di poter sconfiggere la malattia. «Ciò purtroppo non avviene a causa di ritardi dovuti all’iter autorizzativo dell’ Agenzia Italiana del Farmaco e delle Regioni – spiega De Lorenzo -. Secondo un’indagine Censis-Favo, il 53,8 per cento dei pazienti pensa che la messa a disposizione di terapie innovative personalizzate sia una priorità, il 78,8 per cento ritiene che troppi farmaci per patologie gravi siano a carico dei malati e l’83 per cento che il ticket li penalizzi».

Preoccupa inoltre la scarsa attenzione rivolta alle esigenze nutrizionali dei malati. «In una percentuale ben superiore ai due terzi dei pazienti neoplastici si riscontra una perdita del perso corporeo e il 20-30 per cento muore per gli effetti della malnutrizione - spiega Elisabetta Iannelli, segretario Favo -. Nonostante questa evidenza, l’attenzione ai problemi della nutrizione rimane ancora insoddisfatta».

Per questo, le Società scientifiche di riferimento di oncologia medica e di nutrizione clinica, in collaborazione con FAVO, intendono sviluppare una serie di iniziative che spaziano dalle campagne di comunicazione a corsi di formazione per oncologi. «Inoltre ancora oggi – continua De Lorenzo -, solo nel 10 per cento del territorio nazionale esiste una legge specifica per la Nutrizione Artificiale Domiciliare (Nad), mentre in circa il 25 per cento non è disponibile alcun strumento normativo che garantisca il sollecito avvio di questo trattamento».

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