Informazioni sulla salute preziose come il petrolio, anche in oncologia

   Sportello cancro, Riccardo Renzi, 12/09/2016

L’ANALISI DI KETIL WIDERBERG, DIRETTORE DELL’OSLO CANCER CLUSTER
La nuova «linfa vitale», anche in termini economici, saranno i dati biomedici e genetici delle cure, dei pazienti e delle persone sane. Fondamentale garantirne la trasparenza


«I dati di salute saranno il nuovo petrolio», dice Ketil Widerberg, direttore dell’Oslo Cancer Cluster, un centro norvegese dedicato all’oncologia di 36mila metri quadri, inaugurato lo scorso anno con un finanziamento ai 1,3 miliardi di euro. Il centro comprende i laboratori per la ricerca sul cancro dell’Ospedale universitario di Oslo e uno storico Istituto di radiologia, attorno al quale è sorto il nuovo complesso alla periferia della città. Il Cancer Cluster funge inoltre da “incubatore” per decine di piccole società che sviluppano le ricerche e organizza joint venture con università, aziende biotecnologiche e farmaceutiche di tutto il mondo e anche associazioni di pazienti. Recente, per esempio, è un accordo con la AbbVie nel campo dell’immunologia oncologica per accelerare lo sviluppo di terapie mirate. È un vero e proprio hub delle ricerca insomma, che non trascura la formazione di base: il complesso comprende infatti anche un liceo pubblico, dove i ragazzi - oltre ai normali programmi di studio - imparano a lavorare sul Dna e sui recettori delle cellule.

Dati biomedici e genetici
Perché dunque il direttore di un tale apparato parla di dati e di nuovo petrolio? Si capisce che la Norvegia sia molto grata al petrolio del mare del Nord, che ha permesso uno straordinario benessere e il finanziamento, sotto attento controllo statale, del welfare e della ricerca sull’ambiente e sulla salute. Lo stesso Cancer Cluster è stato finanziato per un quarto dai proventi del petrolio. E si comprende anche il timore che tale linfa vitale venga un giorno, non troppo lontano, a mancare. Ecco allora l’affermazione che la nuova “linfa vitale”, anche in termini economici, saranno le informazioni, cioè i dati biomedici e genetici delle cure, dei pazienti ma anche delle persone sane. Non a caso il centro è sede anche del registro nazionale dei tumori, uno dei più antichi (è del 1952) e tra i più completi in Europa (grazie anche al fatto che l’intera popolazione norvegese è la metà di quella della Lombardia) e di un’importante biobanca dei tessuti.

La medicina di precisione
«L’obbiettivo - dice Widerberg - è di accelerare lo sviluppo di trattamenti innovativi per i malati di tumore di tutto il mondo». Lo strumento più prezioso saranno proprio i dati, le informazioni. Una filosofia che guida non soltanto la lotta al cancro, ma l’intera ricerca medica, una filosofia che si va affermando ovunque. Nel bilancio di quest’anno l’amministrazione Obama, per esempio, ha stanziato 215 milioni di dollari per finanziare la Precision Medicine Iniziative, un progetto del NIH (l’Istituto di sanità americano) che è un nuovo modello di ricerca basato sul paziente per identificare le caratteristiche genetiche e i biomarcatori della popolazione e dunque sviluppare cure personalizzate e farmaci che siano mirati alle specifiche esigenze della persona. Il che già avviene in alcuni campi dell’oncologia, ma richiede un più ampio e completo database che possa aiutare a sviluppare terapie e farmaci più efficaci nei singoli individui. Le ricerche di Precision Medicine sono appunto al centro anche dell’attività dell’Oslo Cancer Cluster.

«Dottor Watson» consiglia la cura
Nella stessa direzione si muovono le ricerche della Value Based Medicine, che si propongono di esaminare gli outcome, cioè gli esiti delle cure, per misurarne l’efficacia in ciascun paziente tenendo conto sia dei dati clinici sia del vissuto dei pazienti chiamati a valutare il miglioramento, dopo le cure, della qualità di vita. Informazioni dunque sul punto di partenza della medicina (le caratteristiche genetiche e bioimmunologiche del paziente), sia sul punto di arrivo ( i risultati reali delle terapie nel singolo paziente): questo il “nuovo petrolio” che la medicina potrà sfruttare grazie all’alleanza con l’informatica. E c’è chi già sta provando a sfruttare questi “giacimenti”. Un sistema informatico, basato su un gigantesco database di informazioni sanitarie e scientifiche (comprende tutte le pubblicazioni di PubMed, l’archivio mondiale dell pubblicazioni medico-scientifiche e i registri statali di molte nazioni) è stato sviluppato dall’IBM con il nome di Dottor Watson. Molti ospedali cinesi e indiani (e da poco uno in Olanda) lo utilizzano proprio in campo oncologico: si immettono i dati e i rilievi diagnostici del paziente e Dottor Watson “consiglia” la cura migliore.

Trasparenza delle informazioni
La nostra salute insomma sarà affidata ai computer? Tranquilli. Servirà sempre un cervello umano per immettere i dati giusti e per interpretare i risultati. Quello su cui converrà stare meno tranquilli sarà invece la trasparenza dei dati stessi. Più i “giacimenti” saranno preziosi e più forte sarà la tendenza a tenerli per sé o semplicemente a farne un business. Per questo è importante che centri a forte impronta pubblica (e vocazione etica) come quello di Oslo (e altri analoghi hub disseminati in Europa) partecipino alle ricerche e alla costruzione degli archivi , proprio per garantirne la trasparenza.
 

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