Sconfiggiamo il cancro prima che diventi cancro

   HealthDesk, 28/09/2016

L’APPELLO
L’arma più potente è dentro di noi. Il sistema immunitario è capace di individuare i tumori nella fase pre-maligna e prevenire l’evoluzione della malattia. Da Pnas l’invito a tutti ricercatori: puntate su questa nuova strategia. Perché è vincente



Fermare il cancro prima che diventi cancro. Puntando tutto sulla capacità del sistema immunitario di intervenire nella fase “pre-maligna” per prevenire l’evoluzione della malattia. È questa la strategia più promettente nella lotta contro i tumori. Ne sono convinti alcuni ricercatori statunitensi provenienti da diverse istituzioni, tra cui l’Università di San Diego in California e il Moores Cancer Center, che su Pnas invitano i colleghi di altri centri di ricerca e di varie discipline a unirsi a loro per scoprire come trasformare il sistema immunitario in una immediata ed efficace arma di difesa, pronta a sconfiggere il nemico prima che diventi troppo pericoloso. Gli autori dell’appello immaginano allettanti scenari terapeutici: vaccini contro il cancro in grado di riprogrammare la risposta immunitaria per individuare e colpire la patologia quando ancora non si è trasformata in maligna.

E sperano che il loro entusiasmo per l’immuno-prevenzione contagi tutti i ricercatori coinvolti nel Cancer Moonshot, il progetto nazionale lanciato nel gennaio del 2016 da Barck Obama per accelerare i progressi nella cura dei tumori.

Gli sforzi iniziali potrebbero concentrarsi su alcune patologie, particolarmente “adatte” alla prevenzione immunitaria: sindrome di Lynch, forma ereditaria di tumore al colon, emopoiesi clonale precursore della leucemia, neoplasia cervicale intraepiteliale.

«La trasformazione oncogenica avviene attraverso una serie di fasi - spiega Elizabeth M. Jaffee, tra i primi firmatari dell’articolo su Pnas, co direttrice del Cancer Moonshot Blue Ribbon Panel - il sistema immunitario è capace di intercettare segnali pre-maligini e prevenire il cancro. Lo fa innumerevoli volte ogni giorno in ognuno di noi. Su questa abilità naturale noi vogliamo far leva. Sviluppare le nostre difese innate contro il cancro è il fondamento delle nuove immunoterapie, che si sono dimostrate in breve tempo molto promettenti».

Gli autori, le cui competenze spaziano dall’immunologia alla genomica, dalla biologia computazionale ai vaccini e alla terapia genica, sanno che non stanno partendo da zero: esistono già strumenti in grado di spiegare nel dettaglio come hanno origine differenti tipi di cancro, come i tessuti benigni si trasformino in maligni. Ma si può fare molto di più.

Basterebbe che i giganteschi progetti di ricerca come il Cancer Genome Atlas (Tcga) o i tanti studi di associazione genome-wide (Gwas) che cercano le variazioni geniche associate con un tipo di cancro e che hanno fornito preziose informazioni per l’immunocologia e la medicina di precisione si occupassero anche della prevenzione di cui è capace il sistema immunitario.

La prospettiva di nuovi vaccini contro i tumori deve, secondo gli autori di Pnas, essere il faro che guida la ricerca. Si pensi, ricorda Scott Lippmann, direttore dei Moores Cancer Center e coautore principale dell’articolo, a cosa è riuscito a fare il vaccino contro il papilloma virus, promettendo una protezione del 100 per cento per alcuni ceppi legati a vari tipi di tumore.

«Se l’obiettivo è eradicare il cancro - conclude Lippman- abbiamo bisogno di una nuova radicale strategia, con maggiori investimenti e un focus nuovo sulle malattie pre-maligne e sulla prevenzione del cancro».


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