Tumori: le associazioni chiedono al Governo un fondo per i farmaci innovativi

   HealthDesk, 22/09/2016

L’APPELLO

La buona notizia è che esistono cure promettenti, la cattiva notizia è che costano troppo. Sono ormai oltre 3 milioni gli italiani che hanno conosciuto un tumore: migliora la sopravvivenza ma l’avvento della rivoluzione terapeutica legata alla medicina di precisione aumenta l’impatto economico di queste malattie. È urgente reperire nuove risorse. Lo sostengono i membri dell’Intergruppo parlamentare “Insieme per un impegno contro il cancro”, costituito su iniziativa di Salute Donna onlus e altre dodici associazioni di pazienti oncologici, che ha presentato una serie di iniziative per conciliare diritto alla cura e sostenibilità del servizio sanitario.

Un fondo per i farmaci innovativi oncologici anche attraverso tasse di scopo sul fumo e altre attività potenzialmente cancerogene, indicatori di performance per le strutture sanitarie e sanzioni per le Regioni che non assicurano prestazioni adeguate, esenzione dal ticket per gli esami strumentali, valida su tutto il territorio nazionale, per le donne risultate positive al test sui geni Brca 1 e Brca 2, test biomolecolari ai pazienti affetti da cancro per assicurare l’appropriatezza terapeutica.

Sono alcuni degli impegni che il Governo, su richiesta dell’Intergruppo si appresta ad assumere per garantire un’assistenza omogenea sul territorio per i pazienti oncologici, limitare la migrazione sanitaria e trovare nuove risorse per far fronte alle rivoluzioni terapeutiche in corso.

Alla luce della difficoltà di molte Regioni a far fronte alla domanda di terapie innovative sempre più efficaci, crescono quindi i rischi per la sostenibilità del Servizio sanitario e per l’universalità del diritto alla salute. Su questi temi dal 2014 si stanno mobilitando le associazioni dei pazienti oncologici che, dopo aver promosso la presentazione di un Manifesto, e la costituzione di una Commissione permanente tecnico-scientifica, attraverso l’Intergruppo Parlamentare hanno creato in Parlamento una nuova sensibilità e attenzione verso i temi dell’assistenza oncologica.

«Il lavoro che abbiamo iniziato - afferma Annamaria Mancuso, Presidente Salute Donna onlus - deve creare una “cultura del diritto” che nel nostro Paese in fatto di sanità è molto carente e deve fare in modo che a tutti i cittadini di ogni età e sesso, di qualunque ceto sociale, livello di istruzione, area geografica, venga garantito l’accesso alle cure e all’assistenza senza essere costretti a migrare dalla propria Regione. Non è un lavoro facile e i risultati non si possono ottenere in tempi brevi, però un cambiamento iniziamo a vederlo concretamente: le Associazioni dei pazienti e le loro richieste cominciano ad essere ascoltate con attenzione, l’Intergruppo parlamentare ha dato risposte. È un processo lento ma quando i problemi riescono a far breccia nella politica si riesce ad ottenere qualcosa di importante».

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