Un robot per curare il seno

   La.repubblica.it, Salute seno, Marta Impedovo, 16/11/2016

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Primo e unico in Italia, l’Istituto Europeo di Oncologia sperimenta la chirurgia robotica per operare il carcinoma della mammella. Per rendere l'intervento sempre meno invasivo


«Un’idea fantasiosa». Così Roberto Orecchia, Direttore Scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo), ha definito l’intervento con la chirurgia robotica per le pazienti con tumore al seno. Lo Ieo è infatti l’unica struttura ospedaliera in Italia e una delle pochissime nel mondo a sperimentare questo tipo di tecnologia, già ampiamente usata per il cancro alla prostata, anche in ambito senologico. Anche di questo, si è parlato l’8 novembre scorso, in occasione del Decennale della Chirurgia Robotica dello Ieo 2006-2016 e dell’inaugurazione di una mostra interna alla struttura sulla storia dei robot in medicina.

MINIMA INVASIVITÀ. «Il nostro obiettivo è di ridurre la cicatrice chirurgica», spiega Antonio Toesca, medico della Divisione di Senologia Chirurgica dello Ieo. «L’operazione viene eseguita dall’ascella, quindi lontano dalla cute della mammella, e consente un intervento con asportazione della ghiandola più preciso rispetto alla chirurgia tradizionale, ma risparmiando i tessuti. È una tecnologia pensata per tutte quelle donne che non possono avere accesso alla chirurgia conservativa e che devono andare incontro a un intervento di asportazione totale del seno».

LA SPERIMENTAZIONE. In Italia, la prima applicazione della chirurgia robotica per la mastectomia è avvenuta nel 2014, dopo quattro anni di ricerca dello Ieo in questo campo. Ad oggi, sono trenta le donne che si sono sottoposte a questo tipo di intervento in Italia. «Questa prima fase dello studio ci ha permesso di affermare che la chirurgia robotica in ambito senologico è sicura, riproducibile e non mette a repentaglio la sicurezza delle pazienti», continua Toesca. Lo studio definitivo partirà il mese prossimo e metterà a confronto il gruppo delle pazienti sottoposte a chirurgia robotica con un gruppo di pazienti sottoposte a chirurgia classica per valutare i benefici estetici, oncologici e di riabilitazione post-operatoria. «La nostra impressione e la nostra esperienza quotidiana con le pazienti che hanno subito interventi robotici ci dicono che la ripresa fisica e quella psicologica sono decisamente migliori».

LA CHIRURGIA ROBOTICA. Con la minima invasività, un braccio meccanico può fare operazioni e raggiungere parti del corpo umano che un chirurgo non potrà mai raggiungere, fare movimenti che un essere umano non potrà mai fare. E infatti la robotica nasce con lo scopo di operare le parti del corpo più difficilmente raggiungibili: l’apparato urologico e genitale, in particolare la prostata. Col tempo, il successo di questa applicazione ha permesso che venisse allargata al colon-retto, al torace, alla zona testa-collo, fino ad arrivare anche al seno. «Le nostre pubblicazioni e la letteratura mondiale – continua Orecchia – hanno dimostrato in modo chiaro che il robot in sala operatoria permette di ottenere lo stesso risultato oncologico con effetti collaterali post-intervento molto minori».

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