E' corretto offrire lo screening per il cancro al seno dai 25 anni?

   SaluteSeno.it, Tiziana Moriconi, 23/02/2017

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Per Gianni Saguatti, Presidente del Gruppo Italiano Screening Mammografico, eseguire visite senologiche ed ecografie a tappeto nelle giovani donne non è efficace né efficiente. La vera sfida è creare un programma di identificazione e sorveglianza per le persone a rischio
 

Lo scorso 14 febbraio, il Senato ha approvato cinque mozioni bipartisan che riguardano la diagnosi precoce e la cura del tema del tumore al seno (approfondisci qui). Una di queste mozioni impegna il Governo “a promuovere le più opportune iniziative, al fine di includere nel programma di screening, previsto dal Sistema sanitario nazionale, anche le donne con un'età a partire da 25 anni (cui garantire visite specialistiche ed ecografie)”. Le attuali indicazioni di organi scientifici come il Gruppo Italiano Screening Mammografico (Gisma), però, non considerano le visite senologiche e l'ecografia eseguita come screening strumenti utili né opportuni per le giovani donne asintomatiche e che non presentano un rischio ereditario o familiare. Ne abbiamo parlato con Gianni Saguatti, Presidente Gisma.

Dottor Saguatti, qual è la posizione del Gisma?
“La nostra posizione è sempre la stessa: prima è necessario provvedere allo sviluppo dei programmi di screening mammografico di qualità - che prevedono mammografie a cadenza biennale per le donne tra i 50 e i 69 anni - dal momento che ancora oggi diverse aree faticano a garantire questo servizio. Questo è l'imperativo. Il secondo passo è l'allargamento dello screening mammografico alle fasce di età 45-74 anni, come già alcune regioni hanno provveduto a fare. Questa mozione che chiede di partire dai 25 anni con visite specialistiche ed ecografie su tutta la popolazione, senza distinzioni, ci lascia molto perplessi: un simile provvedimento è epidemiologicamente sbagliato e non sarebbe efficace né efficiente”.
Se si guarda alla curva di incidenza, in effetti, il rischio di tumore al seno aumenta in modo considerevole a partire dai 40-45 anni. Ma sempre più giovani donne chiedono di poter fare qualcosa per la diagnosi precoce. Cosa si può dire loro?
“Nelle giovani sotto i 40 anni la mammografia non è indicata, perché il rischio di indurre un tumore mammario con mammografie eseguite di routine, per esempio una volta l'anno, è più elevato per via della maggiore sensibilità del loro seno ai raggi X. Per quanto riguarda l'ecografia, non è dimostrato che sia utile sottoporsi periodicamente a questo esame e anche le visite senologiche non sono considerate un valido strumento di screening. Il punto è un altro: proteggere le donne giovani ad alto rischio. Per fare questo, sarebbe utile affiancare al programma di screening un altro programma per l'identificazione e la sorveglianza individuale delle persone a rischio. Un programma serio, rigoroso e controllato, condotto sulla base delle evidenze scientifiche”.

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