Così il sistema immunitario ha "distrutto" le metastasi in una donna

   Salute Seno, Simone Valesini, 04/06/2018

Una delle terapie cellulari immunoterapiche più studiate, sperimentata in tumori con alto tasso di mutazioni come il melanoma, è stata utilizzata in una paziente con tumore al seno avanzato che non rispondeva a nessuna cura. A due anni dall’intervento, la donna presenta ancora una remissione totale della malattia. Lo studio su Nature Medicine

UNA strategia immunoterapica è stata testata per un caso di tumore al seno metastatico. I ricercatori del National Institutes of Health di Bethesda, in Maryland, sono riusciti infatti ad eliminare completamente le cellule tumorali dall’organismo di una paziente con un tumore in stato avanzato, impiegando i linfociti T della donna come armi di precisione per snidare e distruggere la malattia. E a quasi due anni dall’intervento la paziente continua a non presentare segni della neoplasia. Una prima volta, descritta oggi sulle pagine della rivista Nature Medicine.

La donna era stata colpita da un carcinoma duttale in situ nel seno sinistro, che era stato asportato. Dieci anni dopo, ha sviluppato metastasi in diversi linfonodi (ascellari, del mediastino, sopraclavicolari, paratracheali) e nella regione sottocutanea del seno destro. Si tratta di un tumore del tipo ormono-sensibile e HER2 negativo.

Nella loro ricerca gli scienziati americani hanno utilizzato un approccio definito "adoptive transfer of antitumor lymphocytes", o trasferimento adattativo di linfociti infiltranti il tumore, una delle terapie cellulari immunoterapiche più studiate. Consiste fondamentalmente nel prelevare i linfociti presenti all’interno dell’ambiente tumorale, cioè le cellule del sistema immunitario che sono riuscite a riconoscere e attaccare la neoplasia (seppure con un’efficacia insufficiente), identificare quindi quelli con maggiore specificità per le proteine espresse dalle cellule tumorali, moltiplicarle e reinfonderle nel paziente.

Una strategia studiata da tempo, ma che solitamente si è dimostrata efficace su tipologie di cancro che presentano un alto tasso di mutazioni, come il melanoma o il tumore al polmone. E ben poco, almeno fino ad oggi, su neoplasie con un tasso di mutazioni minore quali il tumore al seno e quello all’ovaio. Nello studio, i ricercatori americani hanno deciso di sperimentare il loro nuovo protocollo terapeutico su una paziente quarantanovenne con un tumore al seno metastatico, che fino a quel momento non aveva risposto a nessuna delle strategie chemioterapiche e chirurgiche messe in campo dai sanitari.

Dopo aver prelevato i linfociti T da una biopsia della massa tumorale hanno quindi individuato quelli più efficaci, li hanno moltiplicati e iniettati nuovamente nella paziente. Al fianco dei linfociti hanno deciso inoltre di schierare un’altra forma di immunoterapia, definita T cell checkpoint blockade, che consiste nel potenziare l’azione di queste cellule direttamente all’interno dell’organismo, utilizzando farmaci che bloccano selettivamente alcuni dei cosiddetti checkpoint immunitari, molecole che normalmente frenano l’azione del sistema immunitario per impedire che si scateni anche contro le cellule del nostro corpo.

A questi due approcci hanno associato infine anche una dose di interleuchina 2, usata per facilitare la sopravvivenza, e quindi l’azione, dei linfociti selezionati e iniettati nella paziente dai ricercatori. Al termine della terapia, i ricercatori hanno cercato traccia delle cellule tumorali nella paziente, scoprendo quello che speravano dall’inizio: la loro tecnica aveva prodotto una remissione completa della malattia, nessuna traccia individuabile di metastasi e cellule tumorali.

A 22 mesi dall’inizio della terapia la paziente continua a non presentare indizi di un ritorno del tumore, e per questo i ricercatori pensano ora di mettere alla prova la loro tecnica di immunoterapia personalizzata con un vero e proprio trial clinico. Se darà i risultati sperati, rappresenterà una nuova speranza per le pazienti più gravi con tumore al seno avanzato e metastatico, su cui nessuna delle terapie oggi disponibili si sia rivelata efficace.

Riferimento: Immune recognition of somatic mutations leading to complete durable regression in metastatic breast cancer

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