Psicologia, donne che hanno una gravidanza reagiscono meglio al tumore

   Salute Seno, Simona Lambertini, 11/06/2018

Una maggiore resilienza sarebbe il fattore "protettivo" per le donne che diventano mamme in seguito a un tumore o per chi riceve la diagnosi durante la gravidanza. Uno studio italiano presentato all'Asco, a Chicago

La resilienza, in psicologia, è il concetto che indica la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà. E proprio la resilienza è stata indicata come il fattore protettivo per le donne con tumore che diventano mamme subito dopo la guarigione o quelle a cui il tumore viene diagnosticato in gravidanza. Si tratta dei risultati di uno studio italiano presentato al meeting annuale dell'American Society of Clinical Oncology (ASCO), da poco conclusosi a Chicago, e pubblicato su Journal of Clinical Oncology.

UNO STUDIO ITALIANO
Ricevere una diagnosi di tumore in età fertile può avere delle implicazioni psicologiche importanti legate alla possibilità di poter avere figli in futuro, dopo le cure a cui ci si deve sottoporre. Le donne che scoprono un tumore in gravidanza poi sono chiamate a prendere delle decisioni difficili sui trattamenti che devono affrontare, cercando di mantenere un equilibrio tra la tutela della propria salute e quella del nascituro. “Qui entra in gioco la resilienza e le strategie ad essa associate che possono permettere a queste donne di superare l'evento stressante senza sviluppare fragilità o disturbi psicologici”, ha spiegato ad AdnKronos Salute Gabriella Pravettoni, direttore della Psiconcologia dell'Istituto Europeo di Oncologia di Milano, tra gli autori dello studio.

La ricerca, guidata da Lucia Bonassi dell’Asst Bergamo Est, ha coinvolto quattro centri italiani per un totale di 26 donne arruolate: 20 sono diventate mamme dopo aver superato il tumore e 6 hanno ricevuto la diagnosi in gravidanza. Tra i fattori psicologici valutati, la resilienza è risultata associata a minori sintomi ansiosi-depressivi e a un maggiore investimento nella relazione prenatale mamma-bambino.

LA RESILIENZA DELLE MAMME
“Tre strategie che appartengono alla resilienza hanno avuto un maggiore impatto positivo sul benessere di queste donne”, ha spiegato ancora Pravettoni. “Avere una visione positiva del futuro e pianificare a lungo termine è correlata a minori livelli d'ansia e spossatezza. La percezione di una rete di supporto sociale attiva e partecipe è l'altro fattore che permette alla madre di dedicarsi alla costruzione della relazione tra lei e il nascituro, che si traduce in una maggiore intensità e qualità dell'attaccamento prenatale. Infine, il terzo fattore è la coesione famigliare: dove i valori sono condivisi, la fiducia è reciproca e ci si sente accettati, i livelli di rabbia e di sintomi ansiosi-depressivi sono più bassi". Insomma, le pazienti resilienti spesso riportano una migliore qualità di vita, un rientro più veloce alla propria vita quotidiana e sono a minor rischio di disagio psichico.

Lo studio proseguirà paragonando alcuni aspetti psicologici, tra cui la resilienza, la relazione pre- e post-partum e i sintomi ansiosi depressivi, in tre gruppi di donne: quelle con tumore pregresso, con tumore in gravidanza e donne che non hanno avuto tumore. “Il confronto permetterà di valutare se ci sono delle aree di vulnerabilità particolari per poter fornire interventi di supporto psicologico più mirati”, ha continuato l'oncologa.

Lo studio: “Becoming mothers after cancer: Resilience as a protective factor for prenatal attachment and for negative moods during pregnancy”.

http://abstracts.asco.org/214/AbstView_214_226955.html

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