Mastectomia e ricostruzione del seno: in contemporanea per meno della metà delle donne operate

   www.healthdesk.it, 18/10/2018

Otto volte su dieci il tumore alla mammella viene operato con interventi conservativi, ma meno della metà delle volte in cui viene eseguita una mastectomia viene anche ricostruito immediatamente il seno. In media, però. Perché si oscilla da picchi del 90% di ricostruzioni in contemporanea nei grandi centri dotati di Breast-Unit ospedaliere (soprattutto nel Nord e nel Centro Italia) fino a meno del 30% e addirittura quasi zero negli ospedali “periferici”, in particolare nel Meridione.

La prima “fotografia” delle italiane che affrontano il tumore e la demolizione del proprio seno con l’aiuto della chirurgia ricostruttiva è stata scattata dalla Beautiful After Breast Cancer Italia Onlus (BABC Italia) e presentata in occasione del Bra-Day (Breast Reconstruction Awareness Day), giornata internazionale della consapevolezza sulla ricostruzione mammaria che ricorre contemporaneamente in dieci diversi Paesi del mondo il 17 ottobre.

L'Italia ha un indice medio di ricoveri per interventi demolitivi del tumore al seno con ricostruzione immediata (incluso l’inserimento dell’espansore) della mammella del 47,44% (dato del 2016; erano il 34,67 % nel 2010. L’indice medio degli interventi combinati (intervento demolitivo e ricostruzione o inserzione di espansore nello stesso ricovero) risulta però di circa l’80% in Liguria e in Umbria; circa il 70% in Toscana; il 60% nel Lazio; il 59% in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Marche e Molise, il 45% in Piemonte, il 40% in Sardegna; il 39% in Friuli, Abruzzo, Puglia e Sicilia. Il 25 % in Campania, Calabria e Basilicata. Analizzando però i margini di grandezza dei dati, si evidenziano picchi vicini al 100% degli interventi combinati nei grandi centri della Toscana e del Veneto e prossimi al 90% in quelli della Lombardia, dell’Umbria, del Lazio e della Campania. Al contrario, la variazione statistica della Sicilia, della Calabria e della Campania indica una proporzione anche inferiore al 30% e perfino vicina allo zero.

I casi in cui non si può agire immediatamente né fare la ricostruzione sono la minoranza dei tumori, in fase estremamente avanzata. Poi ci sono anche le donne che non vogliono ricostruire il seno per scelta, con una tendenza che sembra in aumento. «Rinunciare alla ricostruzione del proprio seno – commenta Marzia Salgarello, presidente di BABC e responsabile del BRA-Day per la Sicpre (Società italiana chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica) in un incontro al Policlinico Gemelli di Roma - deve essere frutto di una scelta personale che però va fatta in modo informato. Che sia un bisogno psicologico da rispettare, non la conseguenza di una informazione incompleta, di vuoti a livello assistenziale, di dubbi e paure ingiustificate».


Leggi articolo originale