Tumori, la radioterapia diventa più potente se prima viene somministrato un antibiotico

   www.healthdesk.it, 12/12/2019

La spinta in più
L'antibiotico cambia il microbioma intestinale e ciò si ripercuote sul modo in cui il sistema immunitario, anche attraverso la somministrazione della radioterapia, aggredisce il tumore. Non è però ancora chiaro come ciò avvenga

Gli antibiotici non dovrebbero essere utilizzati al di fuori del loro ambito terapeutico. Ma è il caso di fare un’eccezione in una circostanza specifica: la vancomicina somministrata ai pazienti con tumore prima della radioterapia rafforza l’azione del sistema immunitario contro le cellule tumorali. Una buona ragione per trasgredire alla regola.

L’inaspettata azione dell’antibiotico è stata osservata sui topi da un gruppo di ricercatori dell’Abramson Cancer Center dell’University of Pennsylvania.

Negli animali che assumono una dose di antibiotico prima di sottoporsi alla radioterapia gli attacchi del sistema immunitario diventano più potenti non solo nei confronti dei tumori trattati con le radiazioni, ma anche delle cellule tumorali che si trovano in altre parti del corpo. Tutto questo, come si legge sul Journal of Clinical Investigation, è dovuto alla capacità dell’antibiotico di modificare il microbioma intestinale.

I ricercatori hanno scoperto che la vancomicina nello specifico migliora la funzione delle cellule dendritiche, le cellule messaggere che aiutano i linfociti T a riconoscere le cellule da attaccare.

Gli esperimenti condotti su modelli animali con tumori ai polmoni, alla cervice uterina o con melanoma hanno dimostrato che dopo la somministrazione dell’antibiotico la radioterapia ha funzionato meglio, potenziando ancora di più l’azione del sistema immunitario.

Più della metà di tutti i pazienti affetti da tumori solidi vengono sottoposti a radioterapia in qualche momento del loro percorso terapeutico. Recentemente si è compreso che risultati migliori si ottengono fornendo al paziente elevati dosi di radiazioni nel corso di un numero inferiore di sedute. Questo approccio chiamato radioterapia ipo-frazionata induce una migliore risposta immunitaria non solo nei confronti delle cellule tumorali trattate direttamente con le radiazioni ma anche di altre cellule posizionate in altre arti del corpo. Questo effetto a distanza è noto come “effetto abscopal”. Ebbene, la vancomicina amplifica gli effetti della radioterapia ipo-frazionata e dell’effetto abscopal.

«Il nostro studio mostra che la vancomicina sembra potenziare l'effetto della stessa radioterapia ipo-frazionata sul sito del tumore bersaglio favorendo anche l'effetto abscopal, aiutando il sistema immunitario a combattere i tumori lontano dal sito di trattamento», ha detto Andrea Facciabene, autore senior dello studio.

I ricercatori hanno scelto la vancomicina per alcune regioni specifiche. Inannzitutto perché prende di mira i batteri gram-positivi rivoluzionando l’aspetto del microbioma intestinale. In secondo luogo perché le sue ampie dimensioni la obbligano a restare nell’intestino evitando di circolare nell’organismo come fanno altri antibiotici limitando quindi il suo impatto in altre zone.

Ancora non è chiaro come mai la modifica del microbioma intestinale abbia un impatto sulle risposte immunitarie indotte dalla radioterapia nei confronti dei tumori. Bisognerà condurre ulteriori studi, affermano gli scienziati, per comprendere il ruolo specifico dei alcuni ceppi di batteri.

«Tuttavia, ciò che è chiaro è che gli antibiotici svolgono un ruolo importante e possono potenzialmente influenzare i trattamenti e gli esiti per i malati di cancro», ha detto Facciabene.

I ricercatori stanno progettando uno studio di fase 1 per testare le potenzialità della vancomicina sugli umani.

Leggi articolo originale