Sorpresa: un gene legato all’Alzheimer rallenta la progressione dei tumori

   www.healthdesk.it 18/06/2020

La scoperta
Dannoso perché favorisce l’Alzheimer, benefico perché riduce la progressione del cancro. La variante genica Apoe4 si comporta un po’ come mister Hyde e un po’ come dottor Jekyll: predispone alla malattia neurodegenerativa, ma ha un ruolo chiave nel bloccare lo sviluppo delle metastasi del melanoma. Quest’ultima proprietà del gene, finora sconosciuta, è stata scoperta da un gruppo di ricercatori della Rockfeller University di New York e descritta sulle pagine di Nature Medicine.


Lo scopo dello studio era ambizioso: dare una risposta alla ricorrente domanda di quei pazienti affetti da tumori non circoscritti, ma diffusi in varie parti del corpo, “perché tanta sfortuna?”.

Si tratta di scoprire come mai in alcuni pazienti i tumori rimangono fermi nel posto in cui si sono originati mentre in altri sconfinano verso nuove destinazioni. Cosa spinge le cellule tumorali a mettersi in viaggio?

Da tempo gli scienziati sospettano che il fenomeno delle metastasi sia innescato da mutazioni genetiche all’interno delle cellule tumorali, ma fino a oggi non erano mai stati ancora individuati gli specifici cambiamenti genetici.

I ricercatori della Rockfeller University hanno riconosciuto al gene Apoe un ruolo chiave nell’evoluzione del melanoma e probabilmente di altri tumori. Il gene in questione produce una proteina che interferisce con una serie di processi all’interno delle cellule tumorali associati alla formazione di metastasi, come la proliferazione di vasi sanguigni, la penetrazione più in profondità nei tessuti sani e la resistenza agli attacchi delle cellule immunitarie.

Gli esseri umani posseggono tre varianti del gene Apoe: Apoe2, Apoe3 e Apoe4. Per comprendere quale delle tre forme avesse un ruolo nell’evoluzione dei tumori, i ricercatori hanno condotto esperimenti su alcuni topi ognuno dei quali che possedeva una sola delle tre varianti. I test hanno dimostrato che negli animali con la variante Apoe4 i tumori crescevano meno e si diffondevano meno.

La presenza del gene Apoe4 sembrerebbe anche potenziare la risposta immunitaria aumentando la produzione di linfociti T all’interno delle cellule tumorali. Non solo: negli animali con Apoe4 si è osservata una ridotta crescita dei vasi sanguigni, processo chiave per la produzione di metastasi. La variante ApoE2 non ha alcun effetto protettivo, mentre ApoE3 si trova a metà strada tra le altre varianti.

I risultati degli esperimenti sugli animali sono stati confermati da quelli ottenuti su 300 pazienti con melanoma. In media le persone che possedevano la variante genetica Apoe4 sopravvivevano più a lungo. La presenza o meno del gene Apoe4 è quindi un’indicazione preziosa per valutare il rischio di progressione del tumore e per selezionare la terapia più indicata.

Si è scoperto anche che i pazienti con Apoe4 rispondono meglio alle terapie basate sul potenziamento della risposta immunitaria, le cosiddette immunoterapie.

L’applicazione pratica della ricerca non tarderà ad arrivare. Gli autori dello studio hanno già messo a punto un composto chiamato RGX-104 capace di aumentare la produzione di Apoe. I test sugli animali sono incoraggianti, ma sarà necessario studiare a fondo l’impatto di questa terapia sul rischio di sviluppare l’Alzheimer, vista la doppia natura del gene. Gli scienziati sperano nei loro prossimi studi di prendere due piccioni con una fava, scoprendo nel dettaglio il ruolo di Apoe 4 tanto nell’insorgere della malattia neurodegeneritiva che nell’ostacolare la formazione di metastasi.

«I pazienti spesso chiedono “Perché sono così sfortunato? Perché il mio cancro si è diffuso?”. Come medici, non abbiamo mai avuto una risposta. Questa ricerca fornisce una spiegazione», ha dichiarato Sohail Tavazoie, professore di medicina presso la Rockefeller University, autore principale dello studio.

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