Cancro. Basta un solo mese di ritardo nei trattamenti per aumentare il rischio di morte

   www.healtdesk.it, 09.11.2020

Le conseguenze
Se nel Regno Unito per un anno tutti gli interventi chirurgici per il tumore al seno venissero rimandati di 12 settimane si avrebbero 1.400 morti in più. Negli Stati Uniti 6.100. Uno studio sul Bmj calcola l’impatto del rinvio dei trattamenti per cancro sulla sopravvivenza complessiva


Posticipare i trattamenti per il cancro può costare la vita. Uno studio pubblicato sul British Medical Journal ha calcolato che ritardare di un mese l’intervento chirurgico, la chemioterapia o la radioterapia può aumentare dal 6 al 13 per cento il rischio di morire di tumore.

I ricercatori della Queen’s University di Kingston, in Canada, hanno analizzato i risultati di alcuni studi condotti tra gennaio 2020 e aprile 2020 che riportavano informazioni sui trattamenti rimandati per sette tipi di cancro (vescica, seno, colon, retto, polmoni, collo dell’utero, testa-collo). I trattamenti comprendevano interventi chirurgici, chemioterapia e radioterapia.

I ricercatori hanno calcolato l’impatto di un ritardo di quattro settimane sulla sopravvivenza complessiva (overall survival, il periodo di tempo tra la diagnosi e il decesso) per ogni tipo di tumore. Il ritardo è stato misurato calcolando l’intervallo di tempo tra la diagnosi e l’inizio del primo trattamento o tra un trattamento e il successivo.

Dall’analisi è emerso che rimandare di quattro settimane i trattamenti aumenta di circa il 10 per cento il rischio di morte prematura. Tuttavia alcuni posticipi sono più rischiosi di altri. Per esempio nel caso di tumore della testa-collo rimandare la radioterapia aumenta del 9 per cento il rischio di mortalità, mentre rinviare un intervento chirurgico l’aumenta del 6-8 per cento.

Cosa succede se il ritardo è superiore alle quattro settimane?
Nel caso di tumore al seno, per esempio, un rinvio di 8 settimane dell’intervento chirurgico aumenterebbe il rischio di morte del 17 per cento e se l’attesa arrivasse a 12 settimane il rischio aumenterebbe del 26 per cento.

Se tutti gli interventi chirurgici per un tumore al seno venissero rimandati di 12 settimane per un anno (Covid-19 ci ha dimostrato che non è uno scenario fantascientifico) ci sarebbero 1.400 morti in più nel Regno Unito, 6.100 negli Stati Uniti, 700 in Canada e 500 in Australia. Questo avverrebbe nel caso in cui l’intervento chirurgico rappresentasse il primo trattamento nell’83 per cento dei casi e la mortalità fosse del 12 per cento.

Gli autori hanno riconosciuto che il loro studio possiede dei limiti. I dati provengono da ricerche osservazionali che non sono in grado di stabilire un legame di causa ed effetto. È possibile che i pazienti che hanno subito ritardi nel trattamento fossero comunque destinati a vivere meno per altre ragioni.

Tuttavia, per la grande quantità di dati analizzata, i ricercatori sono convinti i risultati della loro ricerca siano affidabili.

«Un ritardo di quattro settimane è associato ad un aumento della mortalità per tutte le forme comuni di trattamento del cancro e ritardi più lunghi sono sempre più dannosi. Alla luce di questi risultati, le politiche incentrate sulla riduzione al minimo dei ritardi all'inizio del trattamento del cancro potrebbero migliorare i risultati di sopravvivenza a livello di popolazione», concludono gli autori.

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