Lavoro: servono maggiori tutele per le persone colpite dal cancro

   www.healtdesk.it, 08/11/2020

Proposte di legge alla Camera
Chiedere una maggiore tutela dei diritti del lavoratore malato di tumore per la conservazione del posto di lavoro e parità di trattamento tra lavoratori/pazienti oncologici del settore pubblico e privato.


È questo lo scopo di “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, iniziativa per una migliore presa in carico e cura dei pazienti oncologici e onco-ematologici, coordinata da Salute Donna Onlus e sostenuto da 33 Associazioni di pazienti dell’”universo cancro”, dopo una serie di interlocuzioni con i componenti dell’intergruppo parlamentare “Insieme per un impegno contro il cancro”, da cui sono scaturiti cinque progetti di legge di altrettanti Gruppi parlamentari.

Proposte di legge alla Camera
Secondo i dati del Comparator Report on Cancer in Europe 2019 commissionato dall'EFPIA, la Federazione europea delle imprese farmaceutiche e delle loro associazioni, nel 2019 erano 2,3 milioni le persone che avevano avuto una diagnosi di tumore cinque anni prima e 1,4 milioni quelle che l'avevano avuta da oltre dieci anni. La maggior parte di questi pazienti ha incontrato lungo il percorso di cura tanti ostacoli non solo per combattere la malattia ma anche per conservare il proprio posto di lavoro. I più fortunati sono ricorsi all’aspettativa non retribuita, molti hanno lottato per non essere licenziati, altri sono stati licenziati subito dopo aver raggiunto il 180° giorno di assenza dal lavoro.

La disciplina che in Italia tutela il diritto del lavoratore di conservare il posto di lavoro anche in caso di malattia prolungata, il cosiddetto “periodo di comporto”, risale al 1924 e dispone che in caso di malattia o infortunio il lavoratore pubblico conservi il proprio posto di lavoro per un periodo di 18 mesi retribuiti nel triennio e di altri 18 mesi non retribuiti, mentre il lavoratore privato ha diritto alla conservazione del proprio posto di lavoro per un periodo di tre mesi con un’anzianità di servizio non superiore a dieci anni e per un periodo di sei mesi se ha un’anzianità di servizio superiore ai dieci anni.

«Occuparsi delle tutele e dei diritti dei lavoratori/pazienti oncologici è un’esigenza imprescindibile – sostiene Annamaria Mancuso, presidente di Salute Donna – soprattutto in questo difficile periodo dove il lavoro è a rischio per tutti, specie per le persone più vulnerabili È veramente incredibile come, in questa epoca di progressi scientifici e tecnologici, i diritti del lavoratore, soprattutto quello più fragile perché malato, abbiano fatto passi indietro e le tutele del lavoratore/paziente siano gravate da una condizione giuslavoristica che è a dir poco arretrata».


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