Le cellule armate si alleano con i virus. Così la terapia Car-T può funzionare nei tumori solidi

   www.healthdesk.it, 27/04/2022

La strategia
I ricercatori della Mayo Clinic hanno sperimentato sugli animali una terapia combinata contro i tumori solidi. Le cellule Car-T diventano più mirate ed efficaci se sono cariate con virus oncolitici. Gli esperimenti sui topi sono promettenti. Tra un anno o due si potrebbe passare alla fase clinica


Forse si è trovato il modo di rendere efficaci le terapie Car-T nei tumori solidi. O per lo meno si è individuata una strada da esplorare. I ricercatori del Center for Individualized Medicine della Mayo Clinic hanno messo a punto una nuova tecnica immunoterapica combinando la terapia Car-T, finora indicata solo per i tumori ematologici, con i virus oncolitici, microrganismi capaci di infettare e uccidere le cellule cancerose.

L’approccio combinato è descritto su Science Translational Medicine.
I ricercatori hanno introdotto un virus oncolitico nelle cellule Car-T ingegnerizzate per riconoscere l’antigene sulle cellule tumorali.
L’idea è che le cellule Car-T, capaci di intercettare le cellule tumorali, possano rilasciare il virus oncolitico nelle cellule cancerose e che il virus, una volta infiltrato, riesca a replicarsi per distruggere le cellule e stimolare una potente risposta immunitaria.

«Questo approccio consente al tumore di essere ucciso sia dal virus che dalle cellule Car-T. Inoltre, al momento del rilascio, il virus trasforma il tumore in un ambiente altamente infiammatorio, che il sistema immunitario del paziente avverte e inizia ad attaccare», spiega Richard Vile, a capo del programma di terapia genica e virale all'interno del Cancer Center della Mayo Clinic.

La nuova strategia terapeutica sembrerebbe poter superare i due principali ostacoli che finora hanno reso inefficaci le terapie Car-T nei tumori solidi. In primo luogo, il virus oncolitico può distruggere lo scudo molecolare che protegge alcuni tumori solidi dall’attacco del sistema immunitario. In secondo luogo, il virus può introdursi all’interno del nucleo delle cellule tumorali, un'impresa quasi impossibile per le cellule immunitarie. Inoltre, sembra che l’approccio combinato possa indurre una memoria immunitaria contro il tumore prevenendo le recidive.

«Inserendo il virus al loro interno, le cellule Car-T vengono attivate sia contro il virus che contro il tumore e in questo modo acquisiscono una memoria immunologica. Questo ci consente di riattivare il virus in un secondo momento, il che a sua volta fa risvegliare le cellule Car-T e così ripartono ulteriori cicli di attacco al tumore», spiega Vile.

I ricercatori hanno testato la nuova terapia combinata su topi affetti da glioma di alto grado (tumore del sistema nervoso centrale) e da melanoma.

Il trattamento, somministrato per via endovenosa, ha ottenuto tassi di guarigione elevati nei tumori localizzati in più siti senza effetti tossici significativi. Gli esperimenti sugli animali hanno dimostrato anche l’efficacia della terapia combinata nel prevenire le recidive del tumore.

«La possibilità di somministrare la terapia in modo sistematico è un potenziale vantaggio perché si può curare i pazienti con malattia metastatica senza dover iniettare singolarmente ogni tumore», afferma Vile.

Gli scienziati invitano però alla cautela. Ancora è presto per sapere se e come i risultati incoraggianti ottenuti negli studi sui modelli animali di cancro potranno applicarsi alla reale cura dei pazienti.

«Tuttavia, confidiamo di poter portare questa strategia negli studi clinici entro un anno o due. Con studi di questo tipo presso la Mayo Clinic, sarà possibile scoprire se possiamo aggiungere un ulteriore livello di efficacia alla terapia cellulare Car-T rendendola utilizzabile anche nel trattamento di tumori solidi di diverso tipo», conclude Vile.


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