Tumore al seno: dai frammenti di Rna dipende il successo delle terapie ormonali.

   www.healthdesk.it, 13/06/2022

 Lo studio
Tumore al seno: dai frammenti di Rna dipende il successo delle terapie ormonali. Un algoritmo aiuta a individuare il trattamento migliore

Un algoritmo consentirà di identificare le pazienti che possono trarre beneficio dalle terapie ormonali. È infatti in un frammento di RNA che si nasconde la chiave da cui dipende l’efficacia o meno di queste terapie. Valori elevati di miR-100 sono associati a una migliore risposta al trattamento in pazienti con carcinoma mammario ormono-sensibile. È il risultato descritto nella rivista ESMO Open del gruppo di ricerca guidato da Filippo Montemurro, oncologo e Direttore della Breast Unit dell’Istituto Candiolo, dove è già in corso un successivo ampio studio clinico Breast Cancer Project 2, che prevede il reclutamento di 250 pazienti nell’arco di tre anni per validare l’efficacia dell’algoritmo e affinarne la capacità prognostica.

«Studiando l’azione di un micro-RNA tumorale, cioè di un particolare frammento di RNA, già da tempo indagato da parte dei ricercatori per la sua capacità di regolare l’espressione di alcune proteine coinvolte nello sviluppo dei tumori, abbiamo osservato che quando esso è presente in quantità elevate all’interno delle cellule, il tumore risponde meglio alla terapia ormonale. Questa piccola molecola è inoltre in grado di rendere le cellule tumorali sensibili all’azione degli ormoni persino quando sono prive dei recettori degli estrogeni», dichiara Filippo Montemurro, coordinatore della ricerca clinica sui tumori della mammella.

L’osservazione che a diversi livelli di miR-100 corrisponde una diversa sensibilità alla terapia ormonale è stata confermata dai risultati dello studio clinico pilota Breast Cancer Project 1 su 90 donne con tumore operabile che hanno ricevuto una terapia ormonale pre-chirurgica per tre settimane.

Contemporaneamente prosegue lo studio di miR-100 su modelli creati in laboratorio a partire da campioni di tumori operati, per comprenderne sempre meglio il meccanismo di azione.

Infine, per consolidare la metodica, i dati osservati negli studi clinici saranno paragonati con quelli raccolti in database pubblici internazionali.

«Grazie al nostro lavoro, il biomarcatore miR-100 si sta rivelando un promettente strumento per identificare con più accuratezza le pazienti per le quali la sola terapia ormonale è sufficiente per bloccare lo sviluppo del tumore e aumentare le probabilità di guarigione. L’obiettivo ora, oltre a consolidare l’efficacia questo strumento prognostico, è per il futuro di riuscire a utilizzare miR-100 per migliorare la risposta alla terapia ormonale anche in quel 30-40 per cento di pazienti che oggi devono sottoporsi alla chemioterapia», commenta Montemurro.

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