Tumore del seno. Gli esperti: «Servono nuove regole nella gestione del follow up»
03 aprile 2023 https://www.healthdesk.it/medicina/tumore-seno-esperti-servono-nuove-regole-gestione-follow, 02/04/2024
Il convegno
Screening mammografico, diagnosi precoce, trattamenti adiuvanti post-chirurgia: grazie a loro, le donne con tumore iniziale del seno hanno raggiunto una sopravvivenza dell’87% a cinque anni dalla diagnosi.
Nel 2025, però, sono attesi oltre 60 mila nuovi casi per anno e più di 66 mila nel 2030. Si prevede che almeno il 90% di questi possa essere individuato in fase precoce. Il numero delle nuove diagnosi sembra quindi destinato ad aumentare, in base alle proiezioni dell’Associazione internazionale dei registri tumori. Questo significa che, anno dopo anno, aumenta il numero di donne che vivono in Italia dopo una diagnosi di carcinoma della mammella. Nel 2020 erano 850 mila e circa 250 mila di queste avevano avuto una diagnosi da meno di cinque anni. Significa che anche l’attività chiamata di ‘follow-up” è sempre più importante. Senza contare l’importanza delle terapie integrate, ancora poco conosciute e praticate oggi in Italia.
Di tutto ciò si è parlato venerdì 31 marzo a Roma nel convegno Follow up of Early Breast Cancer: Working for a 2023 consensus, che ha avuto l’obiettivo di costruire le condizioni per arrivare a una conferenza di consenso per aggiornare e rendere più efficace l’attività di follow-up.
Il dato delle circa 250 mila donne con diagnosi da meno di cinque anni è «molto positivo» sostiene Fabrizio Stracci, presidente dell'Associazione italiana registri tumori italiani (Airtum). «Non dimentichiamo però – avverte - che il cancro della mammella è caratterizzato, oltre che dalla elevata frequenza, anche da un rischio di recidiva o di un secondo tumore che, seppure piccolo, permane per oltre dieci anni dalla diagnosi».
Sono proprio queste 250 mila donne quelle «maggiormente interessate a un follow up con visite specialistiche e controlli più frequenti» aggiunge Stefania Gori, presidente dell'Associazione italiana gruppi oncologici multidisciplinari (Aigom) e direttrice del Dipartimento oncologico dell'Istituto Negrar di Valpolicella. «È infatti nei primi cinque anni dalla diagnosi – precisa - che si verifica il maggior numero di riprese di malattia, con entità del rischio differenziato a seconda delle caratteristiche clinico-bio-patologiche».
Il numero crescente di donne con carcinoma mammario in fase precoce, peraltro, «determina problematiche organizzative quotidiane nei centri oncologici italiani e la necessità del coinvolgimento di altre figure professionali, in primis quella del medico di Medicina generale» osserva Giuseppe Curigliano, professore di Oncologia medica all’Università Statale di Milano e direttore Sviluppo nuovi farmaci per terapie innovative all’Istituto europeo di oncologia.«Diventa sempre più evidente - prosegue l'oncologo - la necessità di identificare un follow up “differenziato” a seconda del grado di rischio di ripresa di malattia che presenta la singola paziente. Ma anche intervenendo a monte. Ad esempio - ricorda - in Francia, è attivo INTERCEPTION, un programma pilota innovativo e unico, che mira a creare un nuovo percorso sanitario incentrato sulla prevenzione personalizzata del cancro e sulla diagnosi precoce per le persone ad alto rischio di cancro. Un programma valido anche per il percorso di follow-up».
L’assenza di evidenze recenti della letteratura sulla tipologia di follow up e le possibilità terapeutiche efficaci «rendono necessario “rivedere” le modalità con cui viene effettuato il follow up del carcinoma mammario in fase precoce» sostiene infine Gori, con lo scopo di «identificare modelli di follow up diversi: esami strumentali e visite oncologiche più frequenti magari nelle donne con carcinomi mammari a maggior rischio di ripresa, meno frequenti nelle donne a basso rischio».
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