Vai al contenuto

ANDOS onlus Nazionale

fattori di rischio per il tumore al seno pexels-olly-761854
Home » Approfondimenti » I fattori di rischio per il tumore al seno

I fattori di rischio per il tumore al seno

Il tumore al seno è influenzato da molti fattori: alcuni inevitabili, come l’età o la predisposizione genetica, altri legati alle scelte quotidiane, come l’alimentazione, l’attività fisica e le abitudini ormonali. Comprendere questi elementi aiuta a riconoscere i rischi e ad agire in modo più consapevole. Il Codice Europeo contro il Cancro offre suggerimenti pratici per proteggere la salute in generale.

Il tumore al seno riguarda da vicino milioni di persone, ed è oggi la forma di cancro più frequente: rappresenta circa un terzo di tutte le neoplasie maligne diagnosticate nella popolazione femminile (30,3%) e costituisce il 14,6% di tutte le diagnosi oncologiche nella popolazione generale, seguito da colon 12,5% e polmone 11,5%.

 Nel 2024, in Italia, sono stati registrati oltre 53.000 nuovi casi, di cui  53.065 tra le donne ( in lieve decremento rispetto ai 55.900 nel 2023) e 621 negli uomini. Nonostante la gravità della malattia, i progressi della ricerca e della diagnosi precoce hanno cambiato radicalmente la prospettiva: oggi sono più di 925.000 le donne che vivono dopo una diagnosi di tumore mammario, pari al 45% di tutte le donne sopravvissute a una patologia oncologica. E nella maggior parte dei casi la loro aspettativa di vita è sovrapponibile a quella della popolazione generale. Questi numeri spiegano perché è così importante conoscere i principali fattori di rischio, specie quelli legati a scelte quotidiane che evitati possono fare davvero la differenza. Fare prevenzione significa proprio questo: acquisire consapevolezza, per trasformarla in azione.

Quali sono i principali fattori di rischio per il cancro al seno?

  • Età. Con l’avanzare dell’età aumentano le possibilità di ammalarsi di tumore della mammella. Nell’arco dell’intera vita, il rischio di sviluppare questa tipologia di carcinoma è circa del 12%, ovvero più di 1 donna su 8. La curva di rischio aumenta con il progredire dell’età fino alla menopausa (50-55anni), mentre rallenta successivamente. La ragione è da ricercarsi nel differente stimolo proliferativo che gli ormoni femminili (estrogeni) esercitano sull’epitelio mammario nei vari periodi della vita.
probabilita-di-sviluppare-un-cancro-alla-mammella
  • Fattori riproduttivi e ormonali. Le variazioni ormonali legate al ciclo riproduttivo possono influenzare in modo significativo il rischio di sviluppare alcune patologie, tra cui anche il tumore al seno. Le donne che hanno avuto la prima mestruazione in età precoce (prima dei 12 anni) e quelle che sono entrate in menopausa dopo i 55 anni risultano più a rischio, a causa della maggiore durata complessiva dell’esposizione agli estrogeni. Anche l’assenza di gravidanze (nulliparità) o una prima gravidanza avvenuta dopo i 30 anni sono fattori di rischio, poiché ogni gravidanza (e soprattutto la prima) esercita un’azione differenziante sull’epitelio ghiandolare mammario, rendendolo meno suscettibile a trasformazioni tumorali. Le madri giovani che hanno avuto più figli sembrano beneficiare di un effetto protettivo maggiore rispetto a chi ha avuto un solo figlio dopo i trent’anni. Un ulteriore elemento da considerare è l’uso della terapia ormonale sostitutiva durante la menopausa, in particolare se a base di estroprogestinici con attività androgenica, che può comportare un aumento del rischio.
  • Fattori dietetici e metabolici. Tra i principali fattori che aumentano il rischio di sviluppare un tumore al seno rientrano diverse condizioni legate all’alimentazione, al metabolismo e allo stile di vita.
    a) Sindrome metabolica, una condizione complessa che si manifesta quando sono presenti contemporaneamente almeno tre delle seguenti condizioni: iperglicemia, ipertensione, dislipidemia e obesità addominale (misurata con la dimensione del girovita). Pur avendo una predisposizione costituzionale, il suo sviluppo è fortemente influenzato da una vita sedentaria, da un’alimentazione ipercalorica, dall’abitudine al fumo e all’alcol. Questa sindrome è associata a un aumento del rischio per molte patologie croniche, incluso il cancro.
  • L’obesità, soprattutto dopo la menopausa, rappresenta un ulteriore fattore di rischio. In questa fase della vita, il tessuto adiposo diventa la principale fonte di produzione di estrogeni circolanti, con un effetto stimolante sulla ghiandola mammaria. Il rischio cresce proporzionalmente al volume di grasso addominale, con un aumento stimato tra il 30% e il 50%. La semplice valutazione della massa corporea tramite il BMI può risultare insufficiente: è utile associarla alla misurazione del giro vita, che offre una stima più accurata del grasso viscerale, particolarmente rilevante dal punto di vista oncologico.
  • L’alimentazione gioca un ruolo determinante. Una dieta ad alto apporto calorico, ricca di grassi e zuccheri raffinati, associata al frequente consumo di carni rosse e a un’elevata assunzione di alcol, favorisce l’insorgenza di condizioni predisponenti. L’OMS raccomanda di non superare i 500 grammi settimanali di carne rossa e di limitare l’alcol a un massimo di 50 ml di vino rosso a pasto.
diversa-distribuzione-del-grasso
  • Lo stile di vita, infine, rappresenta un fattore trasversale. L’inattività fisica, combinata a cattive abitudini alimentari, contribuisce all’aumento di peso, all’insulino-resistenza e all’infiammazione cronica di basso grado, tutti elementi che possono influenzare l’insorgenza e la progressione del cancro.

A contrasto di questi fattori, è stato dimostrato che solo la dieta mediterranea (riconosciuta come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO), in associazione a una regolare attività fisica, ha un effetto protettivo concreto, contribuendo a ridurre il rischio di tumore al seno e di molte altre malattie croniche.

piramide-alimentare-mediterranea
  • Precedenti displasie o neoplasie mammarie.
  • Radioterapia del torace, specialmente se prima dei 30 anni d’età, aumenta il rischio di carcinoma mammario di 3-4 volte, con un picco tra i 20 e i 30 anni dopo il trattamento e un’incidenza del 13–20 % in questo gruppo nella fascia d’età 45 – 50 anni, simile a quella delle donne BRCA mutate.
  • Fattori psicologici. Vi sono prove evidenti come lo stress favorisca comportamenti non salutari come: l’abitudine al fumo, al consumo di alcol e droghe, come pure un’alimentazione smodata e ricca di alimenti poco salutari, che unitamente ad una vita sedentaria possono avere ripercussioni sull’incidenza dei tumori oltre che sulla prognosi e sulla qualità di vita del malato di cancro.
  • Familiarità ed ereditarietà. La familiarità e l’ereditarietà rappresentano un importante fattore di rischio per il tumore al seno. Circa il 5–10% dei casi è legato a mutazioni genetiche ereditarie, le più note delle quali sono quelle dei geni BRCA1 e BRCA2. Le donne portatrici di queste mutazioni hanno un rischio significativamente aumentato di sviluppare il tumore, spesso in età più giovane rispetto alla media. Anche in assenza di test genetici, la presenza nella propria famiglia di più casi di tumore al seno o all’ovaio, soprattutto se insorti prima dei 50 anni, può indicare una predisposizione ereditaria. In questi casi è consigliabile rivolgersi a centri specializzati per valutare la necessità di counseling genetico e, se opportuno, l’esecuzione di test specifici. Va però ricordato che la maggior parte dei tumori al seno non ha origine genetica, ma è il risultato dell’interazione tra più fattori ambientali, ormonali e comportamentali.

Leggi di più su tumore al seno ed ereditarietà

Il codice europeo contro il cancro: 12 modi per ridurre il rischio di tumore alla mammella (e non solo)

Per aiutare i cittadini a ridurre il rischio di sviluppare un tumore, la Commissione Europea ha promosso il Codice Europeo contro il Cancro, una raccolta di 12 raccomandazioni pratiche basate su evidenze scientifiche. Si tratta di indicazioni semplici ma efficaci, che riguardano le abitudini quotidiane, l’alimentazione, l’attività fisica, l’ambiente e la prevenzione, e che ognuno può adottare per tutelare la propria salute e quella dei propri familiari.

  • Non fumare e non consumare nessuna forma di tabacco.
  • Rendi la tua casa libera dal fumo. Sostieni le politiche che promuovono un ambiente libero dal fumo sul tuo posto di lavoro.
  • Attivati per mantenere un peso sano.
  • Svolgi attività fisica ogni giorno e limita il tempo che trascorri seduto.
  • Segui una dieta sana:
    – Consuma molti e vari cereali integrali, legumi, frutta e verdura.
    – Limita i cibi ad elevato contenuto calorico (alimenti ricchi di zuccheri o grassi) ed evita le bevande zuccherate.
    – Evita le carni conservate; limita il consumo di carni rosse e di alimenti ad elevato contenuto di sale.
  • Se bevi alcolici di qualsiasi tipo, limitane il consumo. Per prevenire il cancro è meglio evitare di bere alcolici.
  • Evita un’eccessiva esposizione al sole, soprattutto per i bambini. Usa protezioni solari. Non usare lettini abbronzanti.
  • Osserva scrupolosamente le istruzioni in materia di salute e sicurezza sul posto di lavoro per proteggerti dall’esposizione ad agenti cancerogeni noti.
  • Accertati di non essere esposto a concentrazioni naturalmente elevate di radon presenti in casa. Fai in modo di ridurre i livelli elevati di radon.
  • Per le donne:
    – L’allattamento al seno riduce il rischio di cancro per la madre. Se puoi, allatta il tuo bambino.
    – La terapia ormonale sostitutiva (TOS) aumenta il rischio di alcuni tipi di cancro.
    Evita l’uso della TOS.
  • Assicurati che i tuoi figli partecipino ai programmi di vaccinazione contro:
    – l’epatite B (per i neonati)
    – il papillomavirus umano (HPV) (per le ragazze e i ragazzi età 11 -15anni)
  • Partecipa a programmi organizzati di screening per il cancro:
    – dell’intestino (uomini e donne)
    – del seno (donne)
    – del collo dell’utero (donne)

Vuoi scaricare il documento completo sul tumore al seno "La forza al femminile"?