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Quali sono i sintomi iniziali del tumore al seno? Ecco i segnali da non sottovalutare

Il tumore al seno spesso non presenta sintomi nelle fasi iniziali, rendendo fondamentale la diagnosi precoce radiologica. In questo articolo scopri i segnali da tenere d’occhio e gli esami utili per individuarlo in tempo, con un focus sui programmi di screening e sull’importanza dell’accessibilità per tutte le donne.

Il tumore della mammella in fase iniziale non presenta, nella maggior parte dei casi, sintomi evidenti. Questo significa che è riconoscibile unicamente con la diagnostica strumentale. Solo nei casi più evoluti, la presenza di un cancro al seno è evidente già all’autopalpazione o durante una normale visita ginecologica o senologica di controllo. Ecco perché l’autopalpazione, come pure la sola visita senologica, non può essere considerata una metodica utile per l’anticipazione diagnostica e può essere causa di falsi allarmismi o di falsa rassicurazione. Questo tipo di valutazione, quindi, non sostituisce le regolari mammografie. Tuttavia, l’autopalpazione può servire per conoscere il proprio seno e permettere di rilevarne tempestivamente cambiamenti nella forma e nella consistenza. In altre parole, allena l’occhio e la mente a  conoscere il proprio corpo.

I possibili segni del tumore al seno

Nonostante il tumore al seno sia piuttosto silente nelle sue fasi iniziali, ci sono dei sintomi e segnali cui bisogna prestare attenzione e segnalare al medico:

  • la presenza di aree d’indurimento o cambiamento di consistenza rispetto alle aree vicine della mammella;
  • il manifestarsi di variazioni di forma e volume della mammella rispetto alla controlaterale;
  • la modificazione della pelle o del capezzolo (come arrossamento, corrugamento o retrazione);
  • la secrezione di liquido dal capezzolo, specie se con presenza di sangue;
  • l’aumento di dimensione dei linfonodi dell’ascella.

In genere il tumore alla mammella in uno stadio iniziale non provoca dolore. Uno studio effettuato su quasi mille donne con dolore al seno ha dimostrato che solo lo 0,4% di esse aveva una lesione maligna (4/1000), mentre nel 12,3% erano presenti lesioni benigne (come le cisti) e nel resto dei casi non vi era alcuna lesione (circa 986).

È importante inoltre precisare che molti cambiamenti del seno non dipendono dall’insorgenza di un carcinoma mammario ma sono causati dall’età, dal ciclo mestruale, dalla gravidanza, dalla menopausa.

La diagnosi del tumore al seno prima che compaiano dei sintomi: il ruolo della prevenzione

Di fronte a una patologia che si nasconde così bene, la migliore arma di difesa è un’accurata diagnosi precoce, come quella offerta dai programmi di prevenzione organizzati predisposti dalle ASL, ovvero i programmi di screening mammografico. Il principale alleato è la mammografia, raccomandata per le donne tra i 45 e i 74 anni e disponibile gratuitamente attraverso i programmi di screening organizzati dalle ASL.

In caso di seni densi, sintomi sospetti o età inferiore ai 45 anni, l’ecografia mammaria associata alla mammografia può offrire un’informazione complementare. La visita senologica consente una valutazione anamnestica e clinica personalizzata, che guida a meglio eseguire gli esami necessari.

Se un esame rileva anomalie, si procede con la biopsia, che permette di analizzare le cellule e definire le caratteristiche del tumore, guidando le successive terapie.

In casi selezionati, come pazienti con protesi o situazioni cliniche complesse, si ricorre anche alla risonanza magnetica.

Nonostante la disponibilità di questi strumenti, permangono disuguaglianze nell’accesso agli screening, soprattutto tra le persone con minori risorse economiche, bassa istruzione o cittadinanza straniera. Per questo è fondamentale promuovere la cultura della prevenzione, potenziare l’accessibilità ai servizi e incentivare la partecipazione a controlli regolari.


 

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